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Visualizzazione dei post da 2024

IL DESERTO DELL'ANIMA E DELLA POLITICA

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Il NES esprime il suo dolore e la sua solidarietà per i sedici migranti (10 bengalesi e 6 egiziani) che oggi vengono rinchiusi in una gabbia nel deserto albanese per sperimentare nuovi e moderni campi di concentramento delocalizzati, pensati e costruiti dal Governo fuori dai confini della Repubblica Italiana. Una pratica che rimanda a tragiche esperienze passate.  Procedure accelerate di frontiera f uori dall'Italia, deterrente agli sbarchi, per i migranti che rispondano ai seguenti  requisiti:  provenienza da Paesi sicuri, maschi, maggiorenni, appartenenti a categorie «non vulnerabili» . Risposta per i richiedenti asilo prevista  entro quattro settimane : se il responso sarà positivo verranno trasferiti in centri di accoglienza in Italia.  Il Governo ha investito soldi ed immagine per costruire  fuori dai suoi  confini  questi  centri extraterritoriali per migranti , per respingerli e traferirli in maniera forzata, per separare gli uomini dalle loro famiglie e dalle loro donne,  p

PIENO SOSTEGNO DEL NES A RADIO VENETO UNO

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Noi Ebrei Socialisti, nelle attività volte a dare visibilità alle nostre iniziative, abbiamo scoperto Radio Veneto Uno, pronta a dare voce a chiunque, anche con collegamenti internazionali. È un’emittente privata locale che svolge libera informazione di interesse generale, che settimanalmente ci invia le sue produzioni culturali di alto livello.  Pubblichiamo di seguito la lettera del NES di pieno sostegno a Radio Veneto Uno, indirizzata alle massime cariche dello Stato. *** Ill.mo Signor Presidente della Repubblica On.le Sergio Mattarella p.c. Egregia Presidente del Consiglio dei Ministri On.le Giorgia Meloni Egregio Ministro della Cultura On.le Alessandro Giuli Egregio Ministro delle Imprese e del Made in Italy On.le Adolfo Urso Autorità Politica con la delega all’Informazione e all’Editoria Sen. Alberto Barachini Presso il Dipartimento dell’Informazione Dott. Roberto Ghizzo Direzione Radio Veneto Uno 2 ottobre 2024 NES Noi Ebrei Socialisti, nelle attività volte a dare visibilità al

ANTISEMITISMO UNA ODIOSA STRUMENTALIZZAZIONE, UNA RISPOSTA

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  Qualcuno ci scrive: “può darsi che la sinistra italiana minimizzi il peso di quel che è avvenuto il 7 ottobre in Israele (anche se accostare questo ad "antisemitismo" è una odiosa strumentalizzazione) ma di contro constato che Israele, ma pure il NES, non dico minimizzano ma addirittura non dicono mai una parola di quel che sta avvenendo a Gaza e in Cisgiordania dall'indomani del 7 ottobre. C'è materia per la vergogna di tutti”. A questo il NES risponde: è noto il motivo dell’alto numero dei morti di questa guerra, che pure ci angustia, tutti; sono morti sia perché sono stati in gran parte scudi umani di chi li domina da anni, sia perché questi ultimi non rilasciano gli Israeliani rapiti. Il 45% dei morti sono guerriglieri e non civili; si tratta peraltro di numeri forniti da Hamas che vengono accolti dall’opinione pubblica come dati certi ma che andrebbero almeno verificati. Sono noti i ripetuti e diversificati segnali di avvertimento dell’esercito israeliano che,

LA GRANDE ASSENTE ALLA COMMEMORAZIONE DEL 7 OTTOBRE

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Il NES esprime dolore, sconcerto e rabbia per l'assenza dei leader dei partiti della Sinistra Italiana alla commemorazione del pogrom del 7 ottobre, tenutasi al Tempio Maggiore di Roma, compresa quella della Segretaria del Partito Democratico, il più importante dell’opposizione. Tale assenza dimostra quanto scarsa sia l'empatia nei confronti delle vittime del più grave pogrom antisemita dai tempi della Shoah , la non piena comprensione della dinamica dei drammatici eventi in corso, delle prospettive negoziali. Non è con slogan precostituiti in un algido comunicato della segreteria del PD che la sinistra può intervenire proficuamente sulla questione, né contribuire a mitigare l'ondata di antisemitismo in corso, di cui la sinistra è purtroppo parte attiva; non è certo ripetendo slogan quali “i palestinesi subiscono una punizione collettiva”, “Israele non è Netanyahu, la Palestina non è Hamas”, che può dare un contributo a riprendere una trattativa che porti alla interruzione

A UN ANNO DAL 7 OTTOBRE – COMUNICATO CONTRO LA CELEBRAZIONE DELLA STRAGE

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Il comunicato è stato sottoscritto, come primi firmatari, da: FGS Federazione Giovani Socialisti UGEI Unione Giovani Ebrei Italia NES Noi Ebrei Socialisti FGR Federazione Giovani Repubblicani ULP Unione Lavoratori Precari Il 7 Ottobre 2024 è il primo anniversario dell’orribile atto terroristico che ha portato alla morte di oltre 1200 persone e al rapimento di 250 (tra adulti, anziani e perfino bambini). I terroristi, armati dalla Repubblica islamica dell’Iran da sempre contraria ad una soluzione pacifica, mediante i loro omicidi, saccheggi e stupri hanno innescato una risposta armata che perdura ininterrotta ancora oggi e di cui non si riesce a vedere la conclusione. Dopo la tragedia si è innescata una guerra che ha generato morti, feriti e sfollati oltre a riaccendere un conflitto che speravamo potesse avvicinarsi ad una soluzione con gli accordi di Abramo. Oggi siamo disgustati da come certe persone vorrebbero commemorare quanto accaduto. A Siena un collettivo di studenti ha organizz

7 OTTOBRE NELLA CITTA’ DELLA STRAGE

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  Nel primo anniversario del massacro del 7 ottobre 2023 pubblichiamo alcuni versi scelti, tratti dal poema di Bialik “Nella città della strage” scritto nel 1904. La città è Kishnev, in Bessarabia, dove nei giorni 19 e 20 aprile 1903 infuriò un efferato spietato  pogrom e dove Bialik fu inviato a raccogliere documentazioni sugli avvenimenti: 49 ebrei furono uccisi, 92 furono gravemente feriti, numerose donne ebree furono violentate, oltre 500 furono lievemente feriti. Un anno fa il pogrom del 7 ottobre ha colpito la Terra di Israele in un modo, se possibile, persino più virulento di quello descritto da Bialik; ancora una volta, persone inermi, uomini, donne, anziani e perfino bambini, sono stati assassinati, stuprati, feriti, torturati, rapiti e alcuni di loro sono ancora nelle mani di Hamas. Ma  la situazione degli ebrei è cambiata: a Kishnev gli ebrei sono braccati, mendichi, impotenti, privi di speranza; in Israele oggi il popolo ebraico possiede capacità, strumenti e mezzi per dif