IL MANIFESTO - APPELLO DEL NES

 

NOI EBREI SOCIALISTI
E IL CENTRO INTERNAZIONALE DI BRERA
PRESENTANO
IL MANIFESTO APPELLO del NES
25 Kislev 5784; 7 dicembre 2023


Noi Ebrei Socialisti

Considerando che l’antisemitismo riesplode in Europa nei media, nel mondo istituzionale, accademico, civile, della produzione, nel mondo politico di destra e di sinistra, con le antiche motivazioni, accuse, modalità, che hanno radici nell’antisemitismo cristiano e ancora più lontano nel tempo; rimbomba in medio oriente con la propaganda di Hamas e di altri movimenti militanti islamisti dichiaratamente antiebraici, una variazione sul tema, che reinterpreta stesse modalità e pregiudizi antiebraici di matrice cristiana, fascista e nazista; riecheggia lontano nel mondo, alimentando l’odio antiebraico che per secoli ha discriminato, perseguitato, eliminato gli ebrei nel pensiero e/o nell'azione.

Considerando anche che si ripetono atti contro gli ebrei o contro i beni materiali o immateriali di ebrei, come per es. pietre di inciampo bruciate, manifesti degli ostaggi strappati e imbrattati con croci uncinate, stelle di David disegnate sui portoni per segnalare le famiglie ebraiche, cimiteri ebraici vandalizzati e bruciati, negozi vietati agli ebrei, sinagoghe imbrattate, bandiere con la stella di David bruciate, aerei assaltati, slogan gridati contro gli ebrei, attacchi a proprietà degli ebrei, cori contro gli ebrei negli stadi, provocazioni e minacce verso studenti ebrei, diserzioni a manifestazioni culturali, manifestazioni di piazza dove si inneggia contro il popolo ebraico, boicottaggi di università e accademie ebraiche, esclusioni dai circoli politici e culturali, emarginazione politica, emarginazione sociale, intimidazioni e attacchi fisici ad ebrei con la kippà, omicidi contro ebrei; questo ed altro avviene oggi nel cuore dell'Europa e in diversi paesi del mondo.

Considerando altresì che l’antisemitismo, che ha interessato gran parte della letteratura, dell’arte, della scienza e del sapere occidentale e per secoli ha mistificato la realtà storica e del diritto, è diventato lo strumento di lotta nel conflitto medio orientale, mistificando e distorcendo ancora una volta il significato e l’interpretazione dei fatti, della storia e dei documenti.

Asserendo che l'antisemitismo resta il problema principale del conflitto in Medio Oriente tanto che di Israele è messo in dubbio e a giudizio dell’opinione di ciascuno persino il suo diritto ad esistere, nonostante forse sia l’unico paese al mondo che ha ricostruito la propria entità nazionale entro i ristretti limiti della sua terra storica, paragonabili a una regione italiana.

Considerando che l'antisemitismo (cristiano, di destra, di sinistra, islamico, …) e terrore continuano ad alimentare ovunque una miscela esplosiva di falsa propaganda propalestinese che nasconde posizioni razziste, omofobe e contro le donne e un programma di sterminio del popolo ebraico.

Affermando che questa propaganda, che continua a infuriare, spostando l’attenzione contro i cosiddetti “ebrei sionisti persecutori e aguzzini”, è fallimentare sia perché è antisemita, sia perché, alimentando la cultura dell’odio contro il popolo ebraico non fa che intensificare il conflitto mediorientale.

Affermando anche che questa propaganda, che sostiene Hamas nel suo dichiarato scellerato intento di incrementare i morti palestinesi, utili per aumentare la pressione internazionale su Israele, vanifica la speranza che possa prender vita un movimento di lotta di liberazione dei palestinesi dalla dittatura di un’organizzazione come Hamas che governa con il terrore.

Sottolineando che questa aberrante propaganda non fa che ostacolare l’atteso e auspicato processo di autodeterminazione dei palestinesi.

Riconoscendo che di questo antisemitismo globale la famigerata Conferenza Mondiale contro il Razzismo delle Nazioni Unite, Durban 2001 - che si tenne a ridosso dell'attentato alle Twin Towers dell'11 settembre - e il Movimento globale BDS Boicottaggio, Disinvestimento e Sanzioni contro Israele (Boycott, Divestment and Sanctions), sono esempi emblematici, i cui effetti intimidatori e di istigazione all’odio e alla violenza antisemita sono persistenti e pervasivi.

Affermando anche che termini abusati come apartheid, genocidio, pulizia etnica, colonizzazione, sionismo uguale razzismo, sionismo uguale nazismo, superiorità razziale, pulizia etnica, fascisti, razzisti, xenofobi, riferiti al popolo ebraico, sono falsi, inaccettabili e da rigettare, così come slogan tipo Fuori i sionisti dalle piazze o dalle università oppure Palestina libera dal fiume al mare che condividono l’obiettivo di Hamas di eliminare lo Stato Ebraico.

Affermando altresì che dichiarazioni di paternalistica equidistanza che si diffondono fra la gente comune sono una grave mistificazione della drammatica situazione in atto.

Osservando con preoccupazione che libri come i Protocolli dei Savi Anziani di Sion e Mein Kampf, testi base dell’ideologia nazista, e come La Fine degli ebrei di Hamas, sono diffusi come strumento di indottrinamento per alimentare l’odio antiebraico.

Osservando con preoccupazione anche che l’antisemitismo ritorna, come in tempi passati, nelle pieghe del diritto quando nel dicembre 2023 il Sud Africa presenta alla Corte internazionale di giustizia dell’ONU l’istanza contro Israele che reagisce all’atto terroristico del 7 ottobre 2023; e che questa istanza dà il via ad un’accusa/condanna politica di genocidio falsa e antisemita, che intenderebbe confermare la funesta esistenza di un presunto complotto ebraico su una terra “usurpata”, sulla quale gli ebrei “sanguinari e vendicativi” programmano e attuano il “genocidio” dei palestinesi.

Interrogandoci con preoccupazione su quale sviluppo possa avere una “cultura” generalizzata che, ad ottant’anni dalla Shoah, produce con l’antisemitismo un così alto livello di manipolazione della realtà, quali possano essere gli obiettivi futuri, quale soluzione possibile in Medio Oriente per effetto di un antisemitismo indiscriminato che individua gli ebrei ancora come i peggiori nemici.

Non sentendoci rappresentati da una certa Sinistra che, invece di solidarietà, manifesta una forte ostilità, istigando all’odio e alla violenza; una Sinistra che non ha mai davvero fatto i conti con il suo antisemitismo storico; che non capisce e non valorizza la diversità; che sta consegnando il suo patrimonio culturale di lotte e rivendicazioni politiche, civili, economiche, sociali, nazionali, al Papa e a una Destra che oggi – senza aver fatto l’uno e l’altra alcuna accettabile autocritica – si ergono a baluardo della lotta contro l’antisemitismo, dei diritti delle donne, dei lavoratori, degli animali e dell’ambiente.

Rammentando che gli ebrei hanno contribuito a fondare, accrescere, arricchire, gestire i movimenti di Sinistra anarchici, rivoluzionari e riformisti ovunque nel mondo e ne sono stati fra i protagonisti.

Convinti che l’antisemitismo sia una delle cause principali del progressivo degrado e della crisi della Sinistra, le cui vicende, sin dalle origini, sono notoriamente intrecciate alla storia degli ebrei in Europa, in Israele, nel mondo.

Preoccupati che una Sinistra “senza ebrei” e sempre più ostile contraddica le sue origini e perda la sua identità culturale e politica.

Auspicando che il mondo variegato della Sinistra, faccia autocritica e rigetti definitivamente l’antisemitismo.

Dichiariamo la nascita del NES Noi Ebrei Socialisti

alla Vigilia di Channukkà 5784, il 7 dicembre 2023, a due mesi dal Pogrom del 7 ottobre, in ricordo della vittoria prodigiosa degli ebrei contro l’occupazione di Eretz Israel (Terra di Israele) da parte dei Seleucidi.

Il testo del Manifesto del NES segue qui sotto:

Articolo 1 (Scopi del NES)
1. Si costituisce il NES per auto rappresentarsi, interpretare ed agire politicamente in modo collettivo come un baluardo contro l’antisemitismo e il razzismo e a protezione dell’ebraismo e della diversità culturale.

2. Il NES stimola il dibattito per rifondare il Socialismo su basi culturali ebraiche, solide e condivise, un Socialismo multiculturale e federalista, per l’equità sociale e ambientale, che includa e valorizzi la diversità.

3. Si costituisce il NES per contrastare le destre populiste e autoritarie, eredi del fascismo e del nazismo, in ascesa in Europa e in diverse parti del mondo.

4. Si costituisce il NES per denunciare l’antisemitismo a Sinistra che oggi più che mai rende difficile una partecipazione ebraica libera e paritaria alle iniziative democratiche.

5. Si costituisce il NES per difenderci dall’antisemitismo di matrice islamica che sta mostrando il suo volto più violento.

6. Si costituisce il NES per contrastare ogni forma di razzismo, islamofobia, omofobia, antiromanì, abilismo e il razzismo contro le donne, gli africani, i popoli indigeni, i migranti.

7. Il NES ritiene che la grande tradizione ebraica e socialista, alle quali si ispira, sia oggi un antidoto al risveglio di derive nazionalistiche e autoritarie nel mondo e possa contribuire a risolvere i gravi problemi sociali e ambientali che lo affliggono.

8. Il NES si costituisce come Gruppo coordinato da regole condivise per dare un contributo concreto alla critica sociale insieme alla conoscenza, difesa e costruzione degli ideali del socialismo ebraico; per raggiungere come interlocutori politici e culturali quei soggetti che si richiamano ai valori ideali della sinistra senza essere al contempo vittime dei pregiudizi antisemiti così violentemente riemersi; per uscire dall’isolamento nel quale gli ebrei si sentono costretti; per confrontarsi apertamente con il mondo.

Articolo 2 (Chi è il NES)
9. Il Noi del NES esplicita una dimensione collettiva, circoscrive e diversifica; manifesta un’idea di lotta per la sopravvivenza culturale e politica. La dimensione collettiva del Noi, che dà significato e forza al NES, esprime un’alterità rispetto all’individualismo dilagante, evoca la resistenza.

10. Ebrei caratterizza culturalmente il NES. L’ebraismo è l’elemento chiave per contribuire a comprendere e risolvere i problemi della modernità. Esistono elementi cardine dell’identità ebraica che vogliamo chiamare “beni comuni”, che non possono essere negoziati né assimilati. Fra i beni comuni dell’Ebraismo vi sono la Legge, la sua interpretazione e la Memoria delle persecuzioni, questioni culturali fondamentali che hanno conseguenze sull’identità e sul suo libero esercizio e che vanno salvaguardate e protette.

11. Socialisti perché il NES intende collocarsi in quella grande tradizione socialista che gli ebrei hanno contribuito a fondare e accrescere, secondo una visione opposta al modello economico liberista, capitalista e consumista dominante che sta devastando il pianeta.

12. Il NES rigetta qualsiasi forma di lashon harà (maldicenza), una pratica purtroppo comunemente accettata per offendere e denigrare gli avversari. Il NES esercita la critica aperta e pubblica che nasce dalla discussione collettiva.

13. Il NES considera inaccettabili categorie oggi in uso come laico, religioso, secolare, confessionale, teologico riferite agli ebrei perché non rappresentano la complessità del mondo ebraico e sono divisive; per questo il NES propone: né religiosi né laici, ebrei, perché nell’ebraismo gli aspetti della vita materiale e spirituale sono connessi e inseparabili.

14. Il NES è aperto a tutti coloro che condividono i valori del NES, il miracolo della sopravvivenza ebraica ieri, oggi, domani.

Articolo 3 (Riferimenti culturali del NES)
15. Il NES usa esplicitamente in chiave politica l’Ebraismo, del quale il Socialismo Ebraico considera un legittimo erede, per interpretare e affrontare i problemi della modernità. Alcuni esempi valgono per il tutto: Pesach, la rivoluzione per l’autodeterminazione del popolo ebraico reso schiavo; la Legge, norme di convivenza civile per gestire in modo equo e responsabile la libertà appena conquistata; lo shabbat, il dovere e il diritto acquisito al riposo, allo studio e alla contemplazione, che include il datore di lavoro e il lavoratore, l’uomo e la donna, il cittadino e lo straniero, gli animali da lavoro.

16. Il NES rievoca la rivoluzione di Pesach come momento politicamente fondante, quando gli ebrei si liberano dalla schiavitù e, attraverso quella che oggi si chiamerebbe una lotta di autodeterminazione, costruiscono la propria identità di popolo e nazione in conformità ad una Legge e una cultura specifica e definita, differente da quella di altri popoli vicini.

17. Il NES considera l’ebraismo un’espressione della diversità culturale, non individuale ma collettiva, e annovera gli ebrei fra i popoli indigeni; questi popoli, originari e diversi, con una propria identità e uno specifico e complesso legame con la Terra, nei secoli sono stati privati della loro Terra e perseguitati fino allo sterminio.

18. Il NES rievoca lo specifico legame del popolo ebraico con la Terra. Migliaia d’anni fa la Legge ebraica ha portato gli ebrei a vivere su una Terra e ad esserne parte integrante secondo modalità più complesse e articolate che non quella che consiste nella semplice occupazione o abitazione in un luogo. Non è la terra che appartiene al popolo, sono gli ebrei che appartengono alla terra d’Israele e il Creatore assegna loro il paese e i suoi confini: ogni aspetto della vita ebraica, linguistico, politico, sociale, giuridico, spirituale, energetico, biologico, alimentare, ambientale è intimamente connesso con quel territorio e ne definisce il legame. Il Creatore è la fonte di rivelazione del diritto ebraico in Eretz Israel, un diritto che si è affermato, è stato esercitato, praticato, desiderato, riconosciuto.

19. Il NES rievoca altresì gli esili cui il popolo ebraico è stato costretto. Nella diaspora, durata duemila anni, ha seguito e applicato gli stessi precetti fino ad oggi e ha dunque conservato e rafforzato il proprio diritto e il legame culturale con la terra d'origine. Nessun popolo ha affermato un diritto alternativo a quello ebraico su Eretz Israel, sulla Terra d’Israele. Nessun altro popolo si è sovrapposto, se non tramite la forza e la violenza.

20. Il NES rievoca il valore politico di resistenza dell’Ebraismo alla evangelizzazione, assimilazione, omologazione universale; gli ebrei sopravvissuti alle persecuzioni secolari – conversioni forzate, espulsioni, discriminazioni, massacri, ghetti, pogrom, fino allo sterminio fisico e culturale, fino alla Shoah – hanno lottato per la vita e l’identità e per tornare a vivere nella terra cui appartengono. Questa stessa resistenza esprimono i popoli indigeni, vittime storiche del razzismo.

21. Il NES s’ispira ai grandi movimenti di lotta e resistenza ebraica, Pesach, Channukà, Purim, Masada, la rivolta di Bar Kokhba, … la resistenza all’Inquisizione, … la rivolta del Ghetto di Varsavia…, resistenza che ha assunto forme estreme ed eroiche di sopravvivenza nei ghetti, fra i marrani, nei campi di lavoro e di sterminio, nei pogrom.

22. Il NES s’ispira anche ai movimenti rivoluzionari e riformisti di Sinistra ai quali gli ebrei numerosi hanno partecipato lottando per la propria e l’altrui emancipazione, il riconoscimento dei diritti civili e politici, … la Rivoluzione Francese (1789), … la Repubblica Romana (1849); … la Rivoluzione Bundista (1905); la Rivoluzione d’Ottobre (1917); … il Biennio Rosso (1919-20); la Resistenza al Nazifascismo (1943-45); … il Movimento del Sessantotto …

23. Il NES si richiama espressamente ai due grandi movimenti di resistenza organizzati, il Bund e il Sionismo, straordinari interpreti della storia recente del popolo ebraico, espressione di un’antichissima e legittima aspirazione all’emancipazione e all’autodeterminazione nella diaspora e in Eretz Israel.

24. Il NES si richiama al Bund (Unione dei Lavoratori Ebrei di Russia, Polonia e Lituania) per la sua memorabile lotta ad oltranza contro l’antisemitismo nei luoghi di lavoro e per le strade, con gruppi di autodifesa, con scioperi di massa e manifestazioni nelle città con grandi popolazioni ebraiche; e per la lotta per il Socialismo, il Federalismo, l’Autonomia Nazionale e Culturale, il pieno riconoscimento dei diritti civili, politici, culturali e nazionali del popolo ebraico e la costruzione di uno stato multinazionale. Il Bund, con il suo “Doikeyt, Noi siamo qui ora”, occupa un posto d’onore nella storia rivoluzionaria ebraica e ha contribuito alla fondazione della socialdemocrazia. Pervaso tanto di valori socialisti che tradizionali, il Bund ha collocato l’internazionalismo socialista nella tradizione nazionale e la lotta per la liberazione dei popoli nella prospettiva di una rivoluzione socialista e federalista, mondiale e permanente.

25. Il NES si richiama al Sionismo per la sua straordinaria lotta di autodeterminazione e liberazione nazionale, per il ritorno degli ebrei nella loro terra dopo duemila anni di esilio e dispersione; è la realizzazione politica e nazionale di un sogno millenario, è l'idea che l'antisemitismo non può essere vinto se non con la costituzione di uno stato ebraico in grado di garantire la sicurezza culturale e fisica degli ebrei che ne fanno parte: uno stato che li accolga quando ne hanno bisogno, un governo che li rappresenti, e un esercito pronto a difenderli, assicurando con la "legge del ritorno" il loro diritto permanente a vivere in Israele. Con lo Stato Ebraico non si ripeterà più quanto è accaduto nei secoli, e soprattutto subito prima o subito dopo la Seconda guerra mondiale, quando nessun paese accoglie i sopravvissuti ai campi di sterminio.

26. Il NES è consapevole che le idee e i valori espressi dal Bund e dal Sionismo non sono ancora pienamente realizzati e si pone oggi come interprete della resistenza ebraica ovunque, nella diaspora e nella Terra di Israele: l’emancipazione ebraica non può dirsi completa e conclusa fino a quando l’antisemitismo non è definitivamente sconfitto.

Articolo 4 (Dove agisce il NES)
27. Il NES non si limita all'Italia, ma sarà attivo dovunque ci sono degli ebrei, nel mondo e nelle organizzazioni internazionali ebraiche.

Per questo si dà un nome in ebraico,

Noi Ebrei Socialisti
אנחנו היהודים הסוציאליסטים

che intende collegarsi con i partiti storici della sinistra sionista, Meretz e Haavodah, e ispirarsi al loro patrimonio culturale e politico. Il NES propone di aprire un dialogo di confronto con la Sinistra in Israele sconfitta due volte: all'interno del Paese da un governo di destra di lunga durata, di cui auspichiamo il superamento per un ritorno a una visione socialista; e all'esterno, in Occidente, da una sinistra sempre più ostile.

Articolo 5 (Il futuro, il conflitto)
28. Il futuro, dopo il pogrom antisemita del 7 ottobre, è imprevedibile e sembra oggi azzardato ipotizzare sul conflitto in Medio Oriente soluzioni dall'esterno; arduo è anche prevedere un sereno e lucido confronto politico a causa della propaganda antisemita.

29. Il NES propone di avviare una riflessione complessa che tenga conto, se ancora è possibile, degli aspetti culturali e tradizionali del conflitto e della convivenza, senza lasciarsi ingabbiare dalle categorie schematiche della politica attuale che sinora sembrano purtroppo fallire in una missione di riconciliazione.

30. Il NES, a sostegno delle manifestazioni in atto in Israele, che da tempo chiedono un nuovo governo e il rilascio degli ostaggi, lancia il seguente Appello, del quale il Manifesto costituisce la Premessa, sperando che sia un impulso per l’avvio di una nuova politica.

APPELLO PER UNA TRATTATIVA UNILATERALE
E PERMANENTE (PER LA PACE)

Il NES Noi Ebrei Socialisti, con il Manifesto che ne costituisce la Premessa, lancia il seguente Appello per la creazione di un Tavolo di Trattativa Unilaterale Permanente (per la Pace) stabile e duratura, che inviti in modo aperto, continuativo ed insistente al negoziato.
Che il mondo sappia che il Popolo Ebraico, nella Terra di Israele e nella diaspora, unito indissolubilmente nella lotta contro il terrore e l’antisemitismo, invita con coraggio a patteggiare. La trattativa unilaterale è quella che una parte porta avanti in attesa che l'altra diventi disponibile.

Il Tavolo di Trattativa Unilaterale e Permanente chieda con fermezza:
- di rinunciare all’antisemitismo e al terrorismo come forme di lotta politica;
- di abbandonare il programma di distruzione o assoggettamento del popolo ebraico e dello Stato di Israele.
- di rigettare definitivamente le false accuse contro il popolo ebraico di deicidio, di complotto, di adorare il dio denaro, di costituire una lobby mondiale per il controllo e il potere su media, finanza e mondo intero, le accuse di tradimento, vendetta, avidità, sangue, le accuse di sionismo uguale razzismo o nazismo, di colonialismo, di apartheid, di genocidio, rivolte agli ebrei e allo stato di Israele. Tutte false accuse che istigano alla violenza e che hanno nei secoli provocato milioni di morti.
- di organizzare programmi di educazione e formazione contro l’antisemitismo nelle scuole, nelle università, nei circoli politici, nei circoli culturali, e ovunque possibile, con lezioni e corsi intensivi sul razzismo, come: antisemitismo e cristianesimo, antisemitismo e politica, antisemitismo e diritto, antisemitismo e scienza, antisemitismo e arte (pittura, scultura, letteratura e musica), antisemitismo e linguaggio, antisemitismo in medio oriente, etc.

Rispetto al conflitto in Medio Oriente, il Tavolo di Trattativa Unilaterale e Permanente ribadisca con forza che devono essere riconosciuti:
- i diritti umani di tutti;
- un diritto dello stato di Israele ad esistere in pace e sicurezza;
- un diritto dei palestinesi ad autodeterminarsi e a costituirsi in uno Stato pacifico con confini concordati.

Il Tavolo di Trattativa Unilaterale e Permanente dovrà impegnarsi:
- a smettere di considerare il conflitto un problema esclusivamente militare e a trasformare il conflitto armato in un conflitto culturale.
- a tenere in considerazione il valore e la cultura dei popoli nemici e dei popoli vicini, esaminando e rendendo complessivamente espliciti i diversi aspetti in campo: culturali, giuridici, tradizionali, spirituali, le risorse materiali, e le reciproche aspirazioni. Una strada mai percorsa.
- a valorizzare le feconde esperienze di pacifica secolare convivenza fra comunità ebraiche ed islamiche nel mondo.
- a condividere proposte per una gestione quanto più possibile equa e solidale di beni e risorse - acqua, terra, cibo, energia, tecnologie, infrastrutture, città.
- a rivitalizzare esperienze comunitarie e collettiviste (come i kibbutzim) e forme politiche che valorizzino la diversità, la solidarietà sociale e la cooperazione (come il Federalismo culturale o il Socialismo Ebraico).

Tre principi ci sembrano fondamentali, che possono essere affermati sia con la pace sia in assenza di pace:
- Il principio del negoziato: secondo il quale qualsiasi ipotesi di trattativa, di confronto politico o culturale è possibile, qualsiasi soluzione non è da escludere a priori nell’ambito del negoziato, cioè il luogo dove le parti si incontrano, ogni sforzo in questo senso può essere utile per ottenere un accordo anche parziale o un inizio di riconoscimento reciproco.
- Il principio di riparazione: potrebbe essere introdotto per chiarire e ridefinire la questione delle terre e per ripagare e compensare il costo delle proprietà acquisite, sia da parte araba sia da parte ebraica.
- Il principio di solidarietà: secondo il quale è necessario aiutare chi è più debole ad aiutare se stesso, ed è doveroso offrire reciproca collaborazione e sostegno a qualsiasi progetto inteso a favorire il benessere culturale e sociale delle parti.

Il Tavolo di Trattativa Unilaterale e Permanente e ridistribuirà le responsabilità del conflitto in corso sui veri responsabili, incluso su coloro che con la propaganda istigano all’odio; restituirà ai nuovi protagonisti la possibilità di costruire un futuro di convivenza; stimolerà a rendere chiare ed esplicite le richieste delle parti; fornirà spunti per un’idea strategica oggi inimmaginabile.

Dal Tavolo di Trattativa Unilaterale e Permanente potranno emergere idee e prospettive nuove, ridursi l’intensità del conflitto, nascere sentimenti e speranze di riconciliazione: interlocutori degni, capaci di immaginazione e visione politica matura, sapranno farsi riconoscere per intraprendere una rivoluzione culturale e una strada di pacificazione.

Chiediamo di sostenerci e di aderire all’Appello
- Per un Tavolo di Trattativa Unilaterale Permanente (per la Pace).
- Per la Trasformazione del Conflitto Armato in un Conflitto Culturale.
- Per una Rivoluzione Culturale contro l’Antisemitismo.

NES Noi Ebrei Socialisti


Seguono le firme
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Per firmare scrivi nome, cognome e professione a:

Data: 2024-03-20
Autore: NES Noi Ebrei Socialisti

Commenti

  1. Non c'è nessuna autocritica nei confronti della posizione israeliania a Gaza.non di può ritenere questo sterminio colpa di Hamas

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  2. Due popoli due stati in pace è l'unica soluzione. Nello stato palestinese non devono albergare gruppi finanziati dalle dittature islamiche che lavorano per impedire la soluzione di due popoli due stati democratici.

    RispondiElimina

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