UN COMMENTO ALL'ARTICOLO DI ALESSIA MANERA
NES Noi Ebrei Socialisti
אנחנו היהודים הסוציאליסטים
L'articolo di Alessia Manera sul numero dell'11 marzo del Fatto Quotidiano non solo è pieno di falsità e gratuite calunnie, che mirano a sviare il pubblico dalla verità e a diffondere false teorie, ma è completamente basato su fondamentali errori storici, su interpretazioni fantasiose della storia, costruite ad arte per sostenere assurde e malevole tesi anche relative all'attualità, allo scopo di allontanare il pubblico dalla doverosa solidarietà con il popolo israeliano, vigliaccamente aggredito; è un fatto storico ampiamente documentato e testimoniato dagli stessi scritti del fondatore del Sionismo, Theodor Herzl, che il progetto di Stato per gli ebrei su cui si fonda il Sionismo prevede la convivenza pacifica di ebrei autoctoni dell'Impero Ottomano, ebrei immigrati e altre popolazioni residenti negli stessi territori. Tutta la politica del movimento ebraico sionista durante il periodo del Mandato Britannico sulla Palestina si sviluppa coerentemente su questa base, e non si contano gli appelli agli arabi perché aderiscano ad una convivenza pacifica e senza costrizioni.
La politica sionista tesa ad una convivenza pacifica in Palestina è stata resa impossibile dalla sollevazione di arabi seguaci di movimenti estremisti, che a partire dal 1929 (Hebron) hanno operato una sequenza di stragi di ebrei ogni volta che ne hanno avuto la possibilità, e si sono violentemente opposti ad ogni tentativo delle autorità britanniche e della Società delle Nazioni di arrivare ad uno Stato indipendente multietnico o in alternativa alla Partizione del territorio.
Non soltanto fino alla Partizione disposta dall'Onu nel novembre 1947, ma anche dopo essere stati aggrediti da sei stati esteri del Medio Oriente, gli ebrei hanno continuato a difendere la tesi della patria multietnica, e hanno ripetutamente invitato gli arabi a non lasciare le loro case nel nascente Stato di Israele.
Allo stesso tempo, invece, numerosi Stati arabi e islamici resero impossibile la permanenza degli ebrei in quegli Stati, espellendoli con la confisca totale dei loro beni, in effetti nient'altro che un gigantesco furto di Stato.
Venendo alla politica attuale, Israele non ha mai sostenuto e non sta sostenendo la tesi di uno Stato unietnico, come falsamente suggerito dalla giornalista, mentre sta solo cercando di difendersi da numerosi attacchi che avvengono, o potrebbero avvenire se non si difendesse, nei territori disputati e nello stesso territorio di Israele.
Quanto alla guerra in corso, essa è pienamente legittima perché motivata dalla ricerca degli ostaggi, e potrebbe essere terminata in qualsiasi momento se Hamas restituisse gli ostaggi e lasciasse il potere che esercita abusivamente da venti anni nella Striscia.
Con questo articolo, la Signora Manera offende la sua stessa professione: certi temi non si affrontano con banalità, confusione e tesi di pura fantasia, elementi che i fatti
storici, se conosciuti, smentiscono clamorosamente. A proposito della cooperazione tra Arabi ed Ebrei e di quanto affermato dalla giornalista sul “suo” sionismo della “purezza nazionale”, si fa presente che Ben Gurion, davanti alla Commissione speciale dell’UNSCOP sostenne: “Un’associazione tra ebrei ed arabi, basata sull’uguaglianza e l’assistenza reciproca, contribuirà alla rigenerazione dell’intero Medio Oriente… La nazione ebraica è ansiosa di collaborare coi suoi vicini arabi liberi, per poter promuovere lo sviluppo economico, il progresso sociale e la vera
indipendenza di tutti i paesi semiti del Medio Oriente…” Questi valori sono stati non solo cercati, ma realizzati, visto che Israele appare a tutt’oggi formata da una pluralità di etnie che convivono in ogni località, con punte di eccellenza nell’arte, nel teatro, nella medicina, nella ricerca. E in nome della speranza di una vera pace, quale prova maggiore di quella che vide far uscire da Gaza tutti i singoli ebrei nel
2005, per lasciare che trovasse finalmente l’autonomia? Come mai nell’articolo della signora Manera non si parla mai di responsabilità dei Paesi arabi? La famosa, citata, Nakba, fu provocata proprio da quei Paesi che incitarono la popolazione araba ad allontanarsi, convincendola che la guerra, combattuta da sei eserciti, sarebbe stata rapida e vittoriosa. L’articolo termina con un assunto dal sapore ironico: “Israele, si sa, è una democrazia.” Sì, eccome, è sempre stata un’ammirevole democrazia.
Nell’articolo compaiono assurdità incredibili, come quella del voler riconoscere come popolo solo una comunità bianca e di tradizione europea, fatto contraddetto dalla realtà: in Israele vivono e prosperano russi, siberiani, mongoli, Falashà africani, tripolini, turchi, curdi, drusi…..In ogni campo e nelle attività sportive, per esempio, si trova un gran numero di israeliani di colore. Partiti arabi siedono in Parlamento e i loro rappresentanti ricoprono cariche istituzionali importanti. La popolazione israeliana che da mesi manifesta contro un governo che per la prima volta è bene contestare, dimostra senza ombra di dubbio che Israele è un paese democratico. Sembra che la giornalista cada in numerose contraddizioni in termini. Quanto ai conflitti d’interesse del primo ministro, anche questo dimostra che Israele è un paese normale e non come l’Iran, la Turchia, la Siria dove invece sembra che i
governanti siano da santificare, mentre imprigionano, torturano e uccidono tutti i dissidenti, giornalisti in primis.
Oggi, di nuovo, lo Stato d’Israele è stato trascinato in
guerra, nella maniera più brutale e orribile, con un massacro ben studiato, premeditato da uno dei tanti gruppi terroristi presenti sul territorio, un esercito anomalo e organizzatissimo, la cui arma più micidiale sono gli scudi umani e i luoghi di culto, di cura e di istruzione, che non hanno altro interesse che il denaro e la guerra e non hanno a cuore la loro stessa popolazione, anzi ne chiedono
apertamente il sangue, soprattutto di donne e bambini, infatti stando ai numeri che danno come al lotto, sarebbero addirittura i due terzi dei combattenti (sic!). Quali discorsi vengono indirizzati ai dirigenti di Hamas? Non lo sa la signora Manera che gli amici terroristi prediligono gli ospedali, le abitazioni, le scuole, le moschee e perfino
le camerette dei bambini per farne depositi di armi e centri di comando? Il dramma di Gaza non è voluto dagli ebrei che fino al 7 ottobre 2023, anche nei Kibbutzim davano lavoro a migliaia di palestinesi, che hanno poi (per riconoscenza) partecipato attivamente al massacro del 7 ottobre.
I giornalisti hanno il dovere di conoscere e di far conoscere qualcosa in più rispetto alle narrazioni distorte. Quelle non fanno bene a nessuno, tantomeno contribuiscono a costruire un mondo giusto di convivenza e di quotidiana serenità.
NES Noi Ebrei Socialisti
Data: 2024-03-13
Autore: NES Noi Ebrei Socialisti
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