RUBRICA LETTERA 22 La parola ai Lettori


IL NES DEDICA
 AI BAMBINI DEL 7 OTTOBRE

Con profondo cordoglio pubblichiamo la poesia "Ai bimbi che ci hanno strappato" che Judith D.P. del NES ha dedicato ad Ariel e Kfir Bibas, in occasione della apposizione della Targa all'ingresso del Nido della Scuola di infanzia di Roma "Rav Elio Toaff". La cerimonia si è svolta il 26 marzo, alla presenza delle Autorità e di un pubblico emozionato.   

A seguire, commossi e riconoscenti, pubblichiamo il racconto "Le volpi sono tornate a casa" e la poesia "Funere mersit acerbo" di Mariangela C. del NES, immagini di una tragedia inconcepibile, un ultimo saluto al loro ritorno a casa.    


Al BIMBI CHE CI HANNO STRAPPATO

Eroi inconsapevoli avete combattuto
una guerra incolpevole, cruenta,
di brutalità intrisa e lo sguardo resta muto
mentre grida e piange l'anima spenta.
Avete donato gioia, risa cristalline,
ricevuto amore puro, felicità di madre,
avete corso su prati assolati e su colline,
forti le braccia tenere di vostro padre.
Sarete per noi eterna, dolce presenza,
simbolo e guida di un dolore costante
per quel sorriso strappato con violenza,
nomi sussurrati nel cuore ad ogni istante.
Trascinati nel vortice oscuro della Storia,
rimpianto sarete, un monito, una visione
e chi cerca gloria non avrà la sua vittoria,
preghiera, per un mondo di altra dimensione.
(Judith Di Porto)


 

LE VOLPI SONO TORNATE A CASA

Una mattina di inizio autunno, tutto è  tinto dalle infinite sfumature del rosso.
Il cielo sereno appena listato da nuvole rosa, il sole ancora quasi nascosto dall'orizzonte è solo un disco sfocato e lucente, tra gli alberi ancora anneriti dal buio della notte, spiccano rosse foglie ancora turgide e la terra pian piano si copre di quelle già secche,  cadute per il peso stesso del loro rossore.

Un semicerchio più nero e cupo, si distingue appena tra due rocce coperte anche loro da muschio rossastro.

Uno sbadiglio e uno scalpitio leggero, piccoli  richiami appena accennati, un rosso lungo muso appena striato di bianco e subito altri due musi più piccoli e prepotenti che spingono con forza per affacciarsi anche loro al mondo.

6 occhi acuti puntini neri che tutto osservano, 6 orecchie aguzze che tutto ascoltano, lì dove ogni ombra giganteggia e ogni rumore si centuplica.

Ecco son pronte: tre code rosse in fila indiana si apprestano a scorrazzare felici e ignare  nel *giardino di casa*.
​Tutto è noto e nuovo, tutto gioco e scoperta, tutto prova e coraggio.

Una madre attenta e stanca osserva e cerca cibo per quando i giochi saranno finiti e la fame non ammetterà indugi.

Si va, si torna, si assalta e si para, si morde e si guaisce,  ruzzoloni e salti. E il solo rumore è lo scricchiolio delle foglie o i piccoli scrosci dell'acqua del ruscello.

Tutto è noto, tutto sotto controllo e regolato da leggi ancestrali.
È il tempo della crescita e del gioco, nient'altro conta ed esiste.

Un rumore sconosciuto, assordante, uno scoppio di luce accecante.
Non è né tuono né fulmine, né vento né albero caduto.
Non è latrato di cani, né il  rimbombo del passo dell'orso.

Cos'è mamma, dicci cos' è?
Ma nessun suono emettono, i musi, le zampe sono legati da lacci stretti che mordono le carni e segano labbra e tendini.

Solo gli occhi si muovono confusi cercando punti di riferimento inesistenti.

E poi ancora freddo e dolore e fame ...mamma non basta più e anche il suo corpo sempre più magro diventa sempre più freddo.

Poi un dolore più acuto e ...di nuovo notte? Hanno appena il tempo di immaginare.

Infine ancora un ultimo viaggio sballottati e spostati senza cura alcuna.

Ma seppure le piccole volpi non lo sapranno mai, tutta la foresta è venuta loro incontro per l'ultima volta,  e i rami si sono abbassati per coprirli col caldo delle foglie di una primavera incipiente e ogni animale li saluta come suo uso e il vento soffia leggero per scacciare i fantasmi delle loro paure e il sole li bacia da lontano, le stelle cadranno sulla terra fuori stagione e la luna si tingerà di rosso perché il loro colore brilli anche di notte.
(Mariangela Caronia) 


FUNERE MERSIT ACERBO
🟠

Questa faccina dovrebbe essere *strapazzata* solo da baci e solletico.

Sfiorata da petali vellutati di fiori, nutrita con miele e fragole e ciliegie.
Dovrebbe vivere di primavere rigogliose ed estati rinfrescate dalle onde del mare.

Che almeno la terra sia  soffice e leggera e profumata.

Che sia tana e rifugio, stanza dei giochi e della merenda, luogo dei sogni e dei ricordi.

Già 

Funere mersit acerbo

🟠
(Mariangela Caronia) 



NES NOI EBREI SOCIALISTI


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Data: 2025-03-27
Autore: NES Noi Ebrei Socialisti

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