VERSO IL “PATTO DI CIRO”
Una via ebraica alla coesistenza nel Medio Oriente
In questi giorni di guerra e di tensione crescente in Medioriente, Noi Ebrei Socialisti sentiamo il dovere politico di lanciare un appello alla ragione, alla memoria storica e alla speranza perché cessi una guerra fra popoli amici e si vada alla Trattativa Culturale.
L’argomento che noi consideriamo dirimente è l’uso simbolico e politico dell’odio antiebraico come collante nazionale e religioso. In un simile contesto, qualsiasi trattativa che non affronti apertamente questa radice culturale antisemita è destinata a fallire.
Auspichiamo pertanto l’avvio di una Trattativa culturale per rimuovere alla radice questo male, affinché si apra una nuova stagione fondata sul rispetto reciproco e sul riconoscimento della dignità e della sicurezza di tutti i popoli della regione, senza eccezioni.
Noi non dimentichiamo che tra il popolo ebraico e il popolo persiano vi sono e vi furono legami profondi, radicati nella storia. Fu Ciro il Grande, sovrano dell’antica Persia, chiamato per la sua importanza l’unto del Signore (Isaia 45,1), che restituì libertà e dignità agli ebrei esiliati a Babilonia e permise loro con l’Editto di Ciro del 538 a.e.v. di ritornare per risiedere e ricostruire il Tempio di Gerusalemme che era stato distrutto: “Chi fra voi appartiene al Suo popolo vi si rechi ed il Signore suo Dio sia con lui” (Cronache 36 , 22-23).
Ciro riconobbe al popolo ebraico non solo il diritto a restare in Babilonia, ma anche a ritornare e ricostruirsi in patria. Questa memoria ebraica può e deve oggi diventare fondamento per una nuova prospettiva di convivenza fra popoli e stati nel Medioriente. L’Editto di Ciro, che sancì la liberazione degli Ebrei e la loro effettiva ricostruzione materiale e spirituale, è un valore metastorico che stabilisce, ovunque ed in perpetuo, il pieno riconoscimento della diversità culturale (Ezdra I, 1-3):
“1 Nel primo anno di Ciro, re di Persia, terminando (l'epoca) annunziata dal Signore col mezzo di Geremia, il Signore eccitò lo spirito di Ciro re di Persia, il quale fece pubblicare con bando in tutto il suo regno, ed anche per iscritto, quanto segue:
2 Così disse Ciro re di Persia: Il Signore Iddio del cielo mi diede tutti i regni della terra, ed Egli m'impose di edificargli una Casa in Gerusalemme che è in Giudea.
3 Chiunque fra voi di tutto il suo popolo (lo desideri), sia Dio con lui, ed egli torni a Gerusalemme che è in Giudea, e rifabbrichi la Casa del Signore Dio d'Israel, il quale è quel Dio che (risiede) in Gerusalemme.”
In memoria di questo antico decreto, il cui significato è perenne, proponiamo oggi la rinascita di una Trattativa culturale per stabilire un “Patto di Ciro”, che si affianchi agli “Accordi di Abramo” e ne estenda la visione: una pace possibile tra ebrei ed entità che ancora oggi vi si contrappongono.
Il “Patto di Ciro” sarebbe un gesto che lega il passato al futuro, un inno alla convivenza, alla giustizia sociale e alla rinuncia all’odio.
Facciamo appello al Movimento Jin, Jiyan, Azadî (Donna, Vita, Libertà) e a tutte le forze democratiche, ebraiche, persiane e internazionali, perché si lavori per un Medioriente pacificato, giusto, multiculturale, dove la voce della trattativa si imponga sul rumore delle armi.
Pubblichiamo di seguito la Lettera aperta di Mojdeh Karimi Vicepresidente dell'Associazione Italia-Iran.
“Questa non è la guerra del popolo iraniano, è la guerra di Khamenei.
Oggi il popolo iraniano si trova a fronteggiare una situazione di guerra che non ha scelto, ma che gli è stata imposta da Ali Khamenei, la Guida Suprema della Repubblica Islamica e dal suo regime che dal 1979 tiene in ostaggio il nostro paese. Da anni, con minacce costanti contro Israele, con il sostegno finanziario e militare ai gruppi terroristici per destabilizzare l'area mediorientale, e con l’uso delle risorse economiche iraniane per alimentare conflitti, Khamenei ha spinto l’Iran verso un confronto distruttivo.
Ma questa non è la strada degli iraniani. Il nostro popolo è pacifico, con una storia millenaria di convivenza e amicizia con il popolo ebraico. Dai tempi di Ciro il Grande fino ad oggi, iraniani ed ebrei hanno condiviso legami culturali e storici che testimoniano una tradizione di rispetto e coesistenza.
Il regime della Repubblica Islamica ha represso per decenni le legittime proteste del popolo iraniano con violenza brutale: arresti, torture, esecuzioni. Khamenei è anche responsabile della morte di numerosi bambini innocenti. Un regime che uccide i propri cittadini non può parlare a nome loro.
È quindi fondamentale ribadire con forza: questa è la guerra di Khamenei, non del popolo iraniano. Noi vogliamo la pace, non il sangue. Vogliamo la libertà, non la repressione. Siamo vicini al dolore degli innocenti, ovunque essi si trovino — non complici di un regime che ha perso ogni legittimità.”
Per la Trattativa Culturale (per la Pace)
Per un nuovo Patto di Ciro
NES Noi Ebrei Socialisti
Gherush92 Comitato per i Diritti Umani
Per leggere Il Manifesto (clicca qui)
Per info scrivi a +39 371 349 8062 (WA) o gherush92@gmail.com
Data: 2025-06-16
Autore: NES Noi Ebrei Socialisti e Gherush92 Comitato per i Diritti Umani
Mi sembra in linea con quanto ha detto addirittura Netanyahu agli iraniani.
RispondiEliminaPosso condividerlo su FaceBook e altri social?
RispondiEliminaSi puoi condividere. Grazie.
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