RUBRICA LETTERA 22 La parola ai Lettori


LETTERA 22, 1954.


ACHRAIUT / RESPONSABILITA'
Il NES Noi Ebrei Socialisti ospita la voce di Ben Pazi, docente di filosofia e pensiero ebraico all'università Bar Ilan. Achraiut,אחריות responsabilità, è un concetto portante dell'ebraismo  che rimanda alle nozioni di fratellanza, alterità e futuro  e su cui si basa la rinascita della sovranità ebraica in Terra di Israele. Senza l'assunzione di responsabilità personale del vertice politico è la responsabilità collettiva ad essere minata. 
Il testo è stato tradotto da Cosimo Nicolini Coen, firmatario del Manifesto del NES. 

Buona lettura ! 
NES Noi Ebre Socialisti

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Netanyahu, mi ero opposto alle sue dimissioni, ma ora è giunto il tempo

Signor Primo Ministro, non ritenevo corretto che lei lasciasse il suo ruolo nel primo anno dopo il 7 Ottobre, e non era opportuno farlo all’apice della guerra. Ma adesso, l’assunzione di responsabilità ha conseguenze nel processo di guarigione del popolo di Israele.

Hanoch Ben Pazi, pubblicato per la prima volta il 18/09/2025 su Israel HaYom.

All’attenzione del Primo Ministro, Mr. Benjamin Netanyahu

Il mio nome è Hanoch Ben Pazi, uno tra i cittadini dello Stato di Israele che si preoccupano e amano il Paese. Mi considero una persona religiosa, legata e dedita alla società israeliana, alla tradizione ebraica e ai valori umani, impegnata negli ambiti della filosofia e del pensiero ebraico e che si sforza di contribuire alla riforma morale e spirituale della società israeliana.

E da questo modesto ruolo, dopo settecento giorni dal "7 Ottobre", desidero rivolgermi a lei con un appello pubblico: "È giunto il momento che lei si assuma le sue responsabilità".

Perché proprio adesso?

Nel primo anno dopo il "7 Ottobre" mi sono opposto alle sue dimissioni. Ritenevo fosse preferibile per un primo ministro in carica guidare la guerra, che ha avuto più o meno successo. Dopo che era trascorso un anno, ho atteso con fiducia che lei giungesse a dichiararle in prima persona. Ora, che ci avviciniamo al secondo anno, ed entriamo nei Giorni Terribili [tra Rosh HaShanà e Kippur], è opportuno affermare: "il momento è giunto".

Il "7 Ottobre" non costituisce solo un ulteriore giorno difficile nella storia di Israel, è un giorno che richiede un esame di coscienza nazionale, e incombe su tutti noi il dovere di assumerci la responsabilità di quel giorno.

È necessario distinguere tra diversi tipi di responsabilità: la responsabilità legata al proprio ruolo, la responsabilità penale e legale, e la responsabilità morale e religiosa. Tuttavia, vi è una responsabilità che non può venir negata. Era lei a capo del governo e dell'apparato di sicurezza di Israele, e che prestava servizio al vertice della gerarchia durante il giorno del più terribile massacro che il popolo ebraico abbia subito negli ultimi decenni, ed è lei che porta la piena e completa responsabilità di quanto è accaduto in quel terribile giorno del "7 Ottobre". Ricade su di lei il dovere di presentarsi dinnanzi al popolo di Israele, di assumersi la responsabilità e da qui procedere oltre.

Ho letto e meditato i discorsi d'addio proferiti da Mosè molte volte; e mi sembra che il grande coraggio di Mosè si trovi nella sua capacità di assumersi la responsabilità e di separarsi dal popolo. È questa una lezione istruttiva che ci viene dal più grande leader che il popolo ebraico abbia mai avuto. Nonostante la rabbia e l’ira che nutriva verso il popolo d'Israele, e nonostante credesse di dover pagare il prezzo per gli errori commessi dai figli di Israele, quando giunge il momento della verità, si presenta al popolo, si assume la responsabilità, separandosi da lui e ordinandogli di procedere nel cammino e di rinnovare la loro Alleanza. In questo modo l'antico Israele è stato in grado di rinnovare sia il patto di un destino comune sia l’alleanza tra il popolo ebraico e D.o.

In molti, e meglio di me, sanno analizzare i vari aspetti del corso della guerra, la comunicazione pubblica israeliana e la politica seguita da allora. A dire il vero, non è difficile indicare alcuni degli straordinari successi e alcuni dei fallimenti colossali. Successi e fallimenti nel riportare in salvo i rapiti, nei confronti delle famiglie dei rapiti, dei caduti e delle loro famiglie, nel prolungarsi di una guerra e nel porre termine a un’altra, nel numero inimmaginabile di quanti sono stati assassinati, uccisi, sfollati, feriti nel corpo e nella mente.

Tuttavia, voglio tornare alla terribile mattina del 7 Ottobre. Una mattina in cui si consumò un’estrema violenza e malvagità, una mattina di pietà e di impegno. In cui vi fu incredulità e shock per l'entità del fallimento e l’enormità della tragedia. In cui assistemmo al crollo dell’apparato governativo ma anche, con nostro orgoglio, a una commovente ed entusiasmante mobilitazione di individui e unità, di giovani uomini e donne della meravigliosa società israeliana: venuti per la fratellanza, per la lotta per la libertà, per la difesa.

So che ci sono consulenti che costruiranno una narrazione che sembrerà poter assolvere le responsabilità, che ci sono politici che sanno come navigare nel sistema per sopravvivere politicamente, pubblicitari che sanno come fare il loro lavoro, enti di ricerca e think-tank che forniranno resoconti positivi, e persone di fede che canteranno del Messia rivelato, della distruzione di Israele o della costruzione del Tempio: e tuttavia nessuno di questi sostituirà l'elemento più significativo e profondo del percorso ebraico: la "responsabilità".

In quanto dedito all’insegnamento della riflessione filosofica sul concetto di responsabilità, so che questa lezione richiede di esser accompagnata da ulteriori approfondimenti su cosa significhi "evadere la responsabilità", "mancare di assumersi la responsabilità" e sulle conseguenze di vasta portata derivanti dalla mancata assunzione di responsabilità personale.

Il rifiuto del Primo Ministro di Israele di assumersi la responsabilità significa: rimozione. La rimozione non si produce semplicemente mentendo o negando i fatti, ma con la loro "contestualizzazione", inserendoli cioè in uno scenario più ampio che consenta di presentare la responsabilità personale per il terribile fallimento come solo parziale. Questo modo di riformulare quanto accaduto il 7 Ottobre indebolisce la posizione morale di Israele.

Il fatto di esimersi dalle proprie responsabilità ha ripercussioni dirette e indirette sull'opinione pubblica, che impara così “a negare le proprie responsabilità". La società israeliana è costruita sull'assunzione di responsabilità, sul volontariato, sulla mobilitazione. Amiamo la nostra società e la apprezziamo e rispettiamo per questo. La mancata accettazione di responsabilità costituisce una violazione di uno dei fondamenti dell'esistenza ebraica e della società in Israele.

E, ciò che è forse più importante di tutto in questo momento: l’assenza dell’assunzione di responsabilità non permette alla società israeliana di riorganizzarsi. A noi spetta di rinnovare il patto di un destino comune, nella speranza di riuscire anche a rinnovare il patto dell’Alleanza, attraverso la consapevolezza che solo la responsabilità condivisa crea un reale accordo.

Un’ultima parola nel volgere a conclusione della mia lettera: questi sono i giorni di Elul*, il mese della misericordia e del perdono, all'inizio delle Solennità del 5786. La tradizione ebraica ha designato questi giorni come giorni di riflessione. I nostri Maestri ci hanno insegnato che a Rosh HaShanà l'uomo fu creato, e a Rosh HaShanà passiamo come “schiere” in giudizio davanti al Signore del Mondo.

La cultura ebraica ci ha insegnato che queste Solennità sono giorni di introspezione nazionale e sociale. Tutti noi desidereremmo avere modo di dedicarci all'introspezione e ad atti di correzione e tikun, e ci viene comandato di dedicare tempo e spazio al pentimento e alla teshuvà dei Giorni Terribili.

In quanto Primo Ministro in carica il 7 Ottobre: "il tempo è giunto". Si assuma le sue responsabilità e si dimetta.

* articolo pubblicato prima di Rosh HaShanà.
Per gentile concessione dell’Autore.


NES Noi Ebre Socialisti



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Data: 2025-09-29
Autore: NES Noi Ebrei Socialisti

Commenti

  1. Trovo questa riflessione estremamente significativa e condivisibile

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