CON LA CALUNNIA NON SI DIALOGA
Gherush92 aveva ragione a chiedere, già anni or sono, di interrompere il dialogo interreligioso ebraico-cristiano. Le reiterate accuse giunte dal Pontefice sono l'ennesima riprova che tra cristianesimo ed ebraismo permane una catena di nodi persecutori irrisolti: ciò che accade oggi è una dimostrazione del persistere di un antisemitismo cristiano secolare e il cosiddetto dialogo si conferma impari, mistificatorio, dannoso.
Osano accusarci di deicidio e di complotto e per queste calunnie siamo oltraggiati, insultati e perseguitati: i Vangeli sono ricchi di episodi che colpevolizzano gli ebrei, in particolare i farisei, i nostri maestri dei quali siamo gli eredi.
Hanno l'audacia di incolparci di vendetta e di un genocidio commesso da Israele, un Paese che neppure nominano, e che chiamano "Terra Santa", continuando con queste menzogne a offendere, ad istigare all'odio e alla violenza contro di noi. Mettono sotto osservazione e giudizio persino Gerusalemme, che da quando è stata liberata ha aperto tutti i cosiddetti luoghi santi. Una città aperta e libera.
Hanno il coraggio di appropriarsi di un’istituzione ebraica come il giubileo, usando la Torah per un’operazione che ha tutt’altro senso. Lo chiamino pure giubileo, si guardino bene però dal manipolare, alterare, irridere con falsi paragoni.
Come possiamo dialogare con chi non rispetta il nostro popolo?
Conquistando il mondo, evangelizzandolo, hanno sterminato interi popoli, ma giudicano e biasimano noi che abitiamo nella ristretta Terra dei nostri Padri. E mentre Hamas ed altre entità vorrebbero eliminarci dalla faccia della terra, e noi siamo costretti a difenderci da coloro che ci vogliono morti, il Papa - rovesciando la realtà - riceve i nostri nemici e parla loro di genocidio perpetrato dagli ebrei.
Come possiamo avere un colloquio paritario con chi non riconosce il nostro Paese e la verità dei fatti?
Noi non siamo come essi ci chiamano “Pellegrini di speranza” e soprattutto non siamo gli ebrei erranti che espiano le loro colpe.
La nostra speranza è il Socialismo Ebraico, la liberazione dei popoli perseguitati come i Curdi, i Tibetani, gli Inuit, i popoli indigeni di Africa, Americhe, Oceania che ancora, con l’evangelizzazione universale sono minacciati di essere assimilati, convertiti, annichiliti.
Noi domandiamo rispetto per il popolo ebraico e pieno riconoscimento di Israele nei suoi confini, incluso Gerusalemme. Noi chiediamo che tutte le false accuse contro di noi vengano definitivamente cancellate e che l’evangelizzazione universale, un crimine contro l’umanità, debba finire.
La nostra richiesta, risoluta, è di trasformare il dialogo interreligioso in un negoziato che sia foriero di verità, giustizia e pace.
NES Noi Ebrei Socialisti
Per leggere Il Manifesto (clicca qui)
Per info scrivi a +39 371 349 8062 (WA) o gherush92@gmail.com
Data: 2025-01-17
Autore: NES Noi Ebrei Socialisti
Mi spiace questo commento. Vi seguivo. Sono cristiano e non trovo argomenti per seguirvi ancora. Grazie
RispondiEliminaAnche io sono cristiano e nonostante le parole un “pochino” dure nei confronti del pontefice continuerò a seguire questo sito. Mi sembra che nella presa di posizione che il NES fa contro il dialogo ci sia un eccesso di reazione. Personalmente ritengo che aver raso al suolo il 70% di Gaza sia non tanto una crudeltà quanto un tremendo errore. Se lo scopo era annientare Hamas, non si capisce perché dopo oltre un anno di guerra Israele firmi una tregua con Hamas. Evidentemente Hamas non è stato annientato. Riguardo alla proposta di trattativa permanente avanzata dal NES, questa oggi è del tutto fuori discussione. Non la vuole il governo israeliano, non la vuole Hamas, non la vuole Hezbollah, soprattutto non la vuole l’Iran. L’Arabia Saudita potrà trattare solo se qualcuno dentro Israele porrà seriamente la questione della creazione di uno Stato palestinese (tutto da capire dove e rappresentato da chi). Non vedo al momento grandi possibilità di trattare se non su questioni secondarie per quanto importantissime (liberare gli ostaggi, dare respiro alla popolazione di Gaza, limitare il riarmo di Hamas).
RispondiElimina