IL TRADIMENTO DELLE IMMAGINI

  

IL TRADIMENTO DELLE IMMAGINI

René Magritte, Il tradimento delle immagini (Questa non è una pipa), 1928-29. 

Come ci ha insegnato Walter Benjamin, l'arte può rappresentare un potente mezzo di emancipazione per le masse, essere lo strumento critico che favorisce il cambiamento sociale. Era ciò che il filosofo e critico letterario intendeva con l’espressione “politicizzazione dell'arte”.
Tuttavia, l’arte favorisce anche “l'estetizzazione della politica”, ovvero quel processo per cui l’amministrazione della cosa pubblica si trasforma in uno spettacolo visivo e mediatico, dove l'attenzione si sposta dai contenuti sociali e politici all'immagine, alla scenografia, alle emozioni, privilegiando la forma al contenuto, la spettacolarizzazione alla sostanza. Conseguenze di questo processo sono un dibattito politico e una società disconnessi dalla realtà, collegati invece al gusto estetico, alla capacità di attrarre le emozioni del pubblico, spingere verso finti miti. In questo caso l’arte diviene facilmente reazionaria, espressione di un’idea assolutista e predominante, strumento di un sistema che esalta la figura dei leader politici, reprime e discrimina.

Il mondo dell’arte procede tra questi opposti intendimenti, tra chi con una “politicizzazione dell'arte” aspira a modificare in un senso democratico il rapporto tra società e potere, e chi invece, asservendo le masse al potere, tramite l’uso reazionario delle tecniche artistiche, partecipa a un processo di “estetizzazione della politica”. E volendo essere buoni, possiamo accettare l’idea che quest’ultimo non sempre sia un percorso consapevole.

Probabilmente gli attori e i registi di cinema e teatro che in occasione di festival internazionali boicottano film e attori ebrei, o i musicisti e i cantanti che chiedono l’esclusione di artisti “sionisti”, e che raccolgono firme e rilasciano dichiarazioni appassionate in favore di una “Palestina finalmente libera”, credono davvero di portare il pubblico e la stampa verso una maggiore presa di coscienza, di esprimere un pensiero critico insieme alla solidarietà nei confronti di un popolo oppresso e sofferente a causa dell’occupazione israeliana, come dicono. Ma ciò che fanno, invece, rientra nel fenomeno di “estetizzazione della politica” che i regimi fascisti hanno sempre usato per creare falsi miti positivi (il duce, il re o il papa) e negativi (ebrei, eretici o dissidenti), per manipolare l’opinione pubblica e controllare la cultura e la società.
E con le masse manipolate, che perdono la capacità di pensare e giudicare, prive di libertà, si possono compiere le azioni più abiette e criminali. La storia è piena di questi sciagurati esempi.

Se nelle intenzioni degli artisti l’Appello di Venice4Palestine è una protesta contro il “genocidio” a Gaza, nella realtà finisce solo per escludere gli attori Gerard Butler e Gal Gadot dalla mostra di Venezia, entrambi accusati di essere filoisraeliani, cioè di non seguire la vulgata su Israele imposta dai gauchisti del mondo della cultura. Lo stesso dicasi per il maestro concertatore David Krakauer che durante “la notte della Taranta” è stato accusato di complicità con il “sionismo” per non aver preso le difese dei palestinesi.

Se per qualcuno non fosse ancora chiaro, questi artisti e i loro follower hanno un'idea dell’arte come omologazione, strumento di controllo delle idee, come imposizione di poche verità false e tendenziose; e cioè che il “sionismo è colonialismo e razzismo”, il “sionismo è nazismo”, “Israele compie un genocidio”, Hamas non è un gruppo terrorista, ma piuttosto un gruppo armato di “resistenti” che lotta per l'emancipazione dei palestinesi - quando Hamas stesso si riconosce come organizzazione jihadista intenzionata a eliminare lo stato di Israele e il popolo ebraico.
Fotografi e giornalisti possono così testimoniare nell’epoca della riproducibilità tecnica le “nuove verità” degli artisti, e contribuire anche loro a deformare la realtà e a diffondere false verità sugli ebrei, come abbiamo visto nel caso delle campagne fotografiche orchestrate per dimostrare azioni mai avvenute a Gaza a danno della popolazione palestinese.

Nei tempi bui della “estetizzazione della politica”, con il “genocidio” in una Palestina rappresentata rossa e sanguinante che rievoca la menzogna del “deicidio” e della “crocefissione” ripetuti all’infinito nell’arte cristiana, Israele pensa di smascherare le fake news riportate dai maggiori quotidiani internazionali, ingaggiando dieci influencer (!).
È tanto inutile quanto perdente inseguire le mode e contrapporre influencer a influencer, vip a vip, star a star. Quasi come svuotare il mare dell’antisemitismo con un secchiello.

Un generale richiamo alla responsabilità.
Immagini e parole pongono una questione di lunga durata sulla quale bisogna continuare a vigilare senza dimenticare che dal mondo ebraico (e dall’Islam) ci giunge il divieto di rappresentare le immagini di esseri animati, perché facilmente oggetto di idolatria; e il divieto di fare maldicenza con un uso improprio delle parole. Essendo suadenti e persuasive le parole, e le immagini specialmente, creano mondi artificiali e paralleli, carichi di simboli e di emozioni che provocano nei cuori semplici illusioni, ammirazioni e passioni eccessive, e allontanano l’uomo dalla realtà e dai suoi doveri in questo mondo.

Il Mondo ebraico (e il mondo islamico, quella parte disposta ad interloquire con noi e a guardare la complessità della realtà) da sempre attento all’uso della parola vincolata alla realtà e alla giustizia, riprenda ad ascoltarsi e a parlare: maestri, anziani, sapienti, donne e uomini, il popolo tutto, secondo la nostra antica grande tradizione.
NES Noi Ebrei Socialisti
Gherush92 Comitato per i Diritti Umani


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Data: 2025-08-27
Autore: NES Noi Ebrei Socialisti e Gherush92

Commenti

  1. Sono cattolico e condivido tutto. Mi sento amico degli Ebrei e sostengo l' idea di fratellanza tra Ebrei e cattolici. Gli uni e gli altri sono figli di un solo Dio. Gli uni e gli altri devono usare la Storia per unirsi non per combattersi .

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