GIACULATORIE CONTRO GLI EBREI
GIACULATORIE CONTRO GLI EBREI
da recitarsi in ogni occasione
Milano, 20 novembre, Forum di Assago, partita di basket tra l'Olimpia Milano e Hapoel Tel Aviv. All'esterno si radunano una cinquantina di proPal in presidio per boicottare la squadra israeliana. Altri all’interno srotolano bandiere palestinesi, tra i quali il consigliere regionale della Lombardia Luca Paladini, identificato dalla Digos. Bologna, 21 novembre manifestazione proPal per la partita di basket delle squadre Virtus e Maccabi Tel Aviv. Roma, Milano e altre città d'Italia, 29 novembre, manifestazioni proPal per la Giornata internazionale di solidarietà per il popolo palestinese. Urlano e scrivono slogan contro Israele, sembrano gli “Hep Hep giudeo crepa!” o i “Viva Maria” o gli "Juden raus" che accompagnavano pogrom e assalti agli ebrei nei secoli scorsi:
Palestina libera, Palestina libera
Israele terrorista, Israele terrorista
Free, free, Palestine
Fuori i sionisti da Italia e Palestina
Fuck fuck Israel
Se non passerà, bloccheremo la città
Questa notte ho fatto un sogno, si era sciolto l'Idf, di sionisti non ce n'erano più, Netanyahu a testa in giù
Portate i bambini a vedere gli assassini, vergogna… andate a vedere la partita
Hanno bruciato vivi dei bambini, Vergogna
Milano (Roma, Bologna, Torino, ...) lo so da che parte stare, Palestina libera dal fiume fino al mare
Fuori i sionisti dagli stadi
Stop, stop, genocide
Siete complici degli assassini, Vergogna, vergogna
Boycott Israel
Sionisti Fuori da Milano
Fuori Israele dalle televisioni
Resistere, resistere, come in Palestina
Servi dei servi dei servi dei servi
Ecco le forze del disordine che proteggono gli assassini
Merda, torna a casa, vai a vedere gli assassini
Viva Palestina, viva Gaza
Stop, stop apartheid
Israele fascista, stato terrorista
Falastin hurra hurra, Isra’il barra, barra (in arabo, Palestina libera, Israele fuori)
Basta accordi con Israele
Siamo tutte antifasciste (battito di mani)
Siamo tutte antisioniste (battito di mani)
Vaffanculo Netanyahu, Vaffanculo Israele
La lotta partigiana ce l’ha insegnato, uccidere un fascista non è un reato
Se non cambierà, Intifada pure qua
… … …
Noi Ebrei Socialisti, osserviamo con inquietudine il modo in cui una parte della sinistra affronta la tragedia israelo-palestinese. Riemerge un vizio antico: trasformare il giudizio politico in un processo sommario, dove il popolo – o meglio, la sua rappresentazione più rumorosa – diventa un tribunale che pronuncia condanne definitive. Così un’accusa grave come quella di genocidio, fascismo, terrorismo, apartheid, viene sbandierata nelle piazze come una verità acquisita, eludendo i passaggi che la storia e il diritto richiedono quando si parla dei crimini più estremi. Mentre sionista assume la forza di un’accusa, un significato fuori dalla storia ed intrinsecamente negativo.
La memoria del Novecento ci impone rigore. Neppure la Shoà fu definita genocidio nell’immediato. Occorsero anni di documentazione, testimonianze e processi perché la comunità internazionale potesse elaborare quella tragedia e riconoscerla per ciò che era. Il diritto non nasce dagli slogan, ma dalla sedimentazione storica e dall’esame delle prove.
Per questo consideriamo pericoloso proclamare oggi una condanna di genocidio senza un percorso giudiziario, senza verifiche indipendenti, senza una sentenza che non sia quella delle piazze. È un approccio che non aiuta nemmeno il popolo palestinese, spesso ridotto a un simbolo utile alla mobilitazione, ma senza effetti concreti sulla costruzione di una strategia politica. La loro causa merita un lavoro diplomatico serio, una piattaforma negoziale credibile e una visione che porti al riconoscimento della loro patria.
La storia insegna anche un’altra lezione: l’uso giustizialista delle masse non ha mai giovato alla sinistra. Le masse cambiano rapidamente natura. Possono trasformarsi in folle ostili, reazionarie e persino antisemite, e rivolgere la loro rabbia proprio contro chi difende i loro diritti. È già successo, e rimuoverlo significa esporsi allo stesso pericolo: manipolare le persone in modo violento o oppressivo, ovvero l’uso forcaiolo delle masse, è il vizio proprio di chi incita e aizza i pogrom.
Ribadiamo quindi che solo il garantismo, la diplomazia, la cultura e la politica possono offrire una via d’uscita reale al conflitto. Sono strumenti lenti, talvolta impopolari, ma gli unici capaci di costruire una tregua duratura. Una tregua che apra la strada a una pace possibile e a un futuro di benessere per ebrei e palestinesi.
La giustizia non nasce dal megafono della propaganda antisemita. Nasce dal confronto delle parti, dalle proposte delle istituzioni e dalla responsabilità di chi sceglie la via più difficile: quella che non cerca un colpevole da esporre, ma una soluzione da costruire. Solo così si potrà restituire dignità alle due popolazioni e avvicinare, finalmente, un orizzonte di convivenza.
Noi Ebrei Socialisti
Gherush92 Comitato per i Diritti Umani
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Data: 2025-11-26
Autore: NES Noi Ebrei Socialisti


Mi dispiace ma non è affatto propaganda antisemita è anti-governo Netanyahu che è inqualificabile a detta di tanti ebrei non filo-governativi. Ci si può dissociare dall'attuale governo di Israele pur essendo ebrei.
RispondiEliminaBoicottare lo sport quando partecipa una squadra israeliana, che sia calcio, basket oppure ciclismo, non significa solo essere contrari a Netanyahu, significa antisemitismo. Le squadre israeliane sono formate da ebrei e arabi, quindi è anche una posizione sciocca, come capiscono bene pure i bambini. Lo stesso vale per accademici, studenti, artisti e semplici cittadini che, filo o antigovernativi che siano, vengono minacciati o esclusi grazie al boicottaggio e a questi slogan minatori che continuano ad istigare all'odio.
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