UN COMMENTO SULLA PARASHA' DELLA SETTIMANA
La persona di Giacobbe, erede spirituale di Abramo, che divenne Israele e che dà il nome alla nazione ebraica, emerge in pieno dal commento alla parashà Toledot di Yeshayahu Leibowitz, che descrive come la più umana fra i patriarchi, una vita complessa la sua, di lotte, dolori, vittorie, risultati, fallimenti e successi.
L’interessante commento di Yeshayahu Leibowitz, è tratto dal suo libro “Accepting the Yoke of Heaven: Commentary on the Weekly Torah Portion”, Urim Publications, 2022 (1° edizione 1990). Il libro è una raccolta di brevi saggi sulla lettura settimanale della Torah, basati sui discorsi radiofonici di 15 minuti che l'autore fu incaricato di tenere nel 1985/86 su Galei Zahal, la stazione radio dell'IDF in Israele.
Buona lettura!
NES Noi Ebrei Socialisti
Gherush92 Comitato per i Diritti Umani
Gherush92 Comitato per i Diritti Umani
Yeshayahu Leibowitz
un commento sulla parashà Toledot
La parashà nota come Toledot Yitzchak, non è una biografia di Isacco, bensì l'inizio della storia dei suoi discendenti, dei suoi figli e, in seguito, dei suoi nipoti, una storia che, per la sua portata, è una parte importante del libro di Bereshit.
Il Libro di Bereshit ci dice molto poco di Isacco. Sappiamo poco della sua infanzia e giovinezza, a parte il grande evento in cui accompagnò il padre all'Akedà. Solo un Midrash successivo ci dice che anche Isacco partecipò a questo atto di sacrificio. Ciò che ci viene raccontato principalmente è la storia della nascita dei suoi figli, degli avvenimenti tra i figli e degli avvenimenti tra loro e il padre.
Per quanto riguarda la vita di Isacco, tutto ciò di cui sentiamo parlare è il triangolo Isacco-Rebecca-Avimelekh, che è una sorta di ripetizione del caso di Abramo-Sarah-Avimelekh; e leggiamo dei pozzi che scavò. E questo è un punto molto interessante. Isacco, che a prima vista sembra un personaggio estremamente passivo, è l'unico dei nostri progenitori che tenta di realizzare l'obiettivo di acquisire la terra con un effettivo tentativo di insediarvisi. Abramo e Giacobbe erano entrambi nomadi. Solo Isacco, che, ci viene detto, seminò e irrigò il terreno, ottenne raccolti dalla terra. Subito dopo questi eventi, troviamo Isacco anziano che ha, a tutti gli effetti, abbandonato una vita attiva, è mezzo cieco e rimane a casa, mentre gli eventi seguono il loro corso senza alcuna collaborazione da parte sua.
Al contrario, la storia di Giacobbe, che inizia nella stessa parashà, costituisce, in termini di portata, la parte principale del Libro di Bereshit, ed evoca un personaggio che impariamo a conoscere in tutti i suoi dettagli. Giacobbe emerge dal libro con grande chiarezza, in una forma molto più viva e colorita non solo di Isacco, ma persino di Abramo, della cui infanzia e giovinezza non sappiamo nulla. Ad esempio, non sappiamo assolutamente nulla della madre di Abramo, e solo un Midrash molto tardo le attribuisce uno strano nome, che non ha alcun fondamento nel testo della Torah.
D'altra parte, per quanto riguarda Giacobbe, conosciamo il suo concepimento e la sua nascita, la sua infanzia e la sua giovinezza. Questo è il resoconto completo della vita di una persona, con le sue lotte, i suoi risultati, i suoi fallimenti e i suoi successi. Credo di non sbagliarmi se affermo che, storicamente, la vita di Giacobbe, narrata in Bereshit, è la prima biografia di cui siamo a conoscenza nella letteratura mondiale. La rappresentazione di Giacobbe è la più umana tra i suoi ascendenti. È vero che anche lui era tra coloro che "camminavano davanti a D-o", ma questo cammino si incarnava in una vita che includeva sofferenza e dolore umani, e includeva prove che anche una persona normale subisce, e che sono comprensibili per noi, gente comune, più delle prove a cui fu sottoposto Abramo quando si presentò davanti a D-o.
La storia della vita di Giacobbe include gelosia e competizione, problemi tra i sessi, lotte per l'acquisizione e la proprietà, il dolore di crescere i figli, fallimenti e vittorie. Giacobbe stesso, in vecchiaia, disse: "I giorni della mia vita furono pochi e duri rispetto alle vite dei miei padri" (Bereshit 47,9), e questo è discusso dai midrashim successivi. Tanchumà dice: "Ha sofferto molto". Un Midrash molto tardo riporta che D-o dice di Giacobbe: "Non ho mai compiuto miracoli per lui". Da parte nostra, possiamo dire che tutta la vita di Giacobbe non è stata altro che una serie di miracoli nascosti, ma in realtà non ci furono miracoli palesi nella sua vita. Il carattere di Giacobbe era al tempo stesso complesso ed enigmatico. Da un lato, era "irreprensibile", il primo termine che gli veniva applicato. Allo stesso tempo, era intelligente e astuto, e a volte persino subdolo. Fu lui, che abitava nelle tende ed era guidato dalla madre, a rivelarsi in seguito un uomo pratico e di successo. Acquistò le sue mogli e i suoi beni con i propri sforzi, il lavoro e il proprio acume. Fu per amore di una donna che si dedicò a un'opera che svolse per molti anni. Lui, che da un lato sembrava temere il fratello e comportarsi ossequiosamente nei suoi confronti, era la stessa persona che "lottò con D-o e con gli uomini". Non solo, ma poco prima della sua morte, con nostra grande sorpresa, sentiamo direttamente dalla sua bocca che in Canaan conquistò una certa zona con la spada e l'arco, cosa di cui non ci è stata data alcuna indicazione precedente.
Qualunque cosa avrebbe dovuto ricevere, la ottenne in modo tortuoso e complesso. Era chiaro fin dall'inizio che sarebbe dovuto essere l'erede spirituale di Abramo, ma ci riuscì con mezzi discutibili e tortuosi. La primogenitura e la benedizione che gli erano destinate, la moglie che gli era destinata, la ricchezza e le sue acquisizioni – nessuna di queste cose gli fu data per la via retta – ma fu costretto ad acquisirle attraverso lotte difficili, superando ostacoli e incontrando fallimenti. Eppure, nello stesso tempo, gli fu concessa una grande visione profetica, e in seguito D-o gli apparve altre tre volte e guidò la sua vita. Infine, fu quest'uomo, Giacobbe, che "ingannò suo fratello" (un gioco di parole ebraico sul nome Giacobbe - Osea 12,4), che divenne Israele, che si batté con D-o e con gli uomini. Non a caso quella nazione porta il suo nome, poiché la nostra storia è per molti versi parallela alla vita di nostro padre Giacobbe.
(Yeshayahu Leibowitz)
NES Noi Ebrei Socialisti
Gherush92 Comitato per Diritti Umani
Per leggere Il Manifesto (clicca qui)
Seguici: Blog NES - Canale WhatsApp NES
Per info scrivi a +39 371 349 8062 (WA) o gherush92@gmail.com
Data: 2025-11-20
Autore: NES Noi Ebrei Socialisti


Commenti
Posta un commento