QUELL’INNOCENTE DEL CARDINAL ZUPPI
QUELL’INNOCENTE DEL CARDINAL ZUPPI
Lo diciamo con chiarezza: la morte di un civile innocente è una ferita, ci interpella, non c’è vita che possa essere misurata in statistiche. Ma proprio per questo respingiamo con forza la mistificazione di chi, evocando Marzabotto e l’evangelica “strage degli innocenti”, accosterebbe Israele a Erode e a chi ordina stermini deliberati. Questa è una narrazione antisemita che trasforma la memoria in arma e distorce la storia in propaganda.Marzabotto appartiene alla memoria nazionale, è un simbolo della barbarie nazifascista. Assimilarlo oggi a Gaza non significa invocare la pace, ma confondere le vittime, cancellare le responsabilità, piegare il dolore a un messaggio che avvelena la convivenza. C'è in corso una macroscopica e vergognosa operazione revisionista.
Il Cardinale di Bologna Matteo Zuppi il 14 agosto ha letto i nomi dei bambini assassinati da Hamas e i nomi dei bambini palestinesi morti durante la guerra provocata dalle stragi efferate del 7 ottobre 2023 in territorio israeliano: 16 bambini israeliani e 12.211 bambini palestinesi da 0 a 12 anni. I nomi sono stati letti durante una veglia di preghiera che si è svolta nei ruderi della chiesa di santa Maria Assunta di Casaglia a Monte Sole di Marzabotto, dove tra il 29 settembre e il 5 ottobre 1944 furono assassinati dai nazifascisti 770 civili, tra cui 216 bambini.
Il NES aveva dedicato a questo luogo importante della nostra memoria collettiva un articolo, intitolato Monte Sole non si strumentalizza, contro il revisionismo travestito da pacifismo, che oggi non a caso richiamiamo.
La cerimonia, a cui ha partecipato il Cardinale Zuppi, aveva lo scopo di invocare la pace in Medioriente e in Ucraina, tramite il ricordo dei nomi dei bambini morti in queste guerre, ebrei israeliani, cristiani ucraini, arabi musulmani. I bambini sono tutti innocenti e la chiesa cattolica, che si autoproclama madre, piange senza distinzione tutti i figli. E dunque, cosa si può contestare a una simile “lodevole” iniziativa?
“Questo – dice il Cardinale – è un luogo di tenebre e di luce, di morte e di vita, di strage degli innocenti e di speranza sul mondo, di tante Rachele che piangono i propri figli che non sono più”.
Tralasciamo l’uso strumentale di Rachele innalzata a simbolo del dolore materno universale, la cui storia per gli ebrei è un’altra. Ma richiamare qui, a Marzabotto, e con riferimento a Gaza, l’episodio della strage degli innocenti tratto dal Vangelo (Matteo 2, 16-18), che ha un profondo significato simbolico per i cristiani, è propaganda antisemita: nella storia raccontata nel Vangelo, e mai verificata in altre fonti, Erode, il perfido re (idumeo) di Giudea, cerca il piccolo Gesù per uccidere il futuro “messia”, che nel frattempo si è messo in salvo fuggendo in Egitto; e pur di trovarlo, ordina di ammazzare tutti i bambini maschi di Betlemme e dintorni che hanno da zero a due anni, cosicché muoiono tanti innocenti. Per salvare sé stesso il cattivo re Erode ordina una strage di innocenti.
Paragonare a Marzabotto, Betlemme con Gaza, come vorrebbe il Cardinale Zuppi, significa voler sottintendere nel conflitto in corso un’intenzione malefica di sterminare bambini, che è falsa e che rigettiamo. Sullo sfondo Marzabotto evoca la famosa strage nazifascista; Betlemme sarebbe Gaza ed Erode è Netanyahu che, come il Generale Albert Konrad Kesselring, darebbe ordini di uccidere e sterminare bambini, cosa che appunto è falsa e che noi rigettiamo. In questa ricostruzione, il grande assente sarebbe proprio Hamas.
Falso e antisemita citare un episodio di pura malvagità che non ha riscontri storici nella Giudea del I sec., falso e antisemita l’accostamento tra Betlemme e Gaza che, in ambiente cristiano, viene ripetuto dall'inizio della guerra.
E se nelle parole del Cardinale Zuppi forse c’è l'amore verso i bambini, manca del tutto la giustizia.
La Torah insegna agli ebrei che l'amore verso il prossimo senza la giustizia non basta per fondare un'etica sociale. L’amore senza la giustizia porta alla rivalità e, alla fine, porta all'odio tra i fratelli e le sorelle. Questo insegnamento del Rabbino Jonathan Sacks ci sembra importante ricordare.
L’identità dei deceduti è importante e deve essere frutto di una ricerca accurata, non un numero non verificato che si trasforma in uno strumento di propaganda di Hamas. In ogni caso, nel conflitto in corso nessuno è morto per una deliberata “strage di innocenti” ma per cercare di liberare 251 ostaggi rapiti e per disarmare un’organizzazione militare come quella di Hamas, capillare e che tiene in schiavitù e in ostaggio una gran parte della popolazione palestinese.
Ora, perfino se per assurdo il numero riportato dei bambini palestinesi morti fosse corretto, bisognerebbe comunque dolorosamente chiedersi in che modo sono morti questi bambini, in quali circostanze e perché?
Durante la Seconda Guerra Mondiale sono morti milioni di bambini, sono vittime innocenti. Eppure, finora nessuno ha mai avuto l'idea di leggere i nomi di bambini assassinati dai nazifascisti insieme ai nomi delle vittime di azioni militari degli alleati, come i “piccoli martiri di Gorla”, 200 bambini di una scuola di Milano colpita durante un bombardamento dagli americani. Esiste un monumento nel quartiere di Gorla dedicato a questi innocenti, ma a nessuno verrebbe in mente di leggerne i nomi in una commemorazione ufficiale insieme a quelli dei bambini ebrei milanesi arrestati e deportati nei campi della morte dai nazifascisti. Sono episodi diversi e tali devono restare nella memoria civile, per evitare semplificazioni storiche revisioniste, che finirebbero per arrecare oltraggio alla memoria.
Al contrario, l’operazione mediatica che abbiamo sotto gli occhi da mesi, lungi dall’alimentare la memoria, quel processo che contribuisce alla comprensione del presente e alla costruzione dell’identità, tende solo a mostrare figure che richiamano la Pietà – foto di donne gazawi che tengono in braccio bambini morti o malati, esposizione di sudari dalle finestre di edifici pubblici, rievocazioni della “strage degli innocenti” – tanti piccoli “cristi” sofferenti e morenti a causa dei perfidi giudei, i sionisti.
16 bambini israeliani e 12.211 palestinesi. Non si sofferma, però, il cardinale Zuppi, sulla differenza tra un morto assassinato e su un altro, morto a causa di una guerra voluta da terroristi spietati, che si ostinano, da quasi due anni, a tenere prigioniere persone ormai in fin di vita. L’assassinio è cosa ben diversa dalla morte in guerra.
Il primo rientra nelle dieci parole dette da D-o sul monte Sinai. È un divieto categorico e assoluto, valido sempre per tutti. La morte in guerra invece è un evento tragico e doloroso prevedibile, che dobbiamo scongiurare attraverso le vie del dialogo e della diplomazia internazionale; esiste infatti un diritto bellico che tutti i paesi belligeranti devono seguire che limita gli effetti della guerra per proteggere i civili, i malati, i feriti, i prigionieri di guerra e altri individui vulnerabili.
L’esercito di Israele non ha mai avuto l’intenzione di assassinare i bambini e le bambine della Striscia di Gaza, ha portato i vaccini contro la polio, ha spostato in luoghi sicuri i neonati che avevano bisogno dell’incubatrice, ha fatto uscire dalle zone di guerra quelli gravemente malati affinché fossero curati in ospedali egiziani ed europei, ha avvisato prima di ogni bombardamento per dare modo ai civili di sfollare.
Rievocare, proprio a Marzabotto, Gaza e la "strage degli innocenti", non è che un modo per dare nuovo ossigeno all’antisemitismo che avvelena la convivenza di ebrei e cristiani da oltre due millenni con persecuzioni di ogni tipo e fughe dai paesi di origine. Un tempo gli ebrei erano accusati di deicidio ed è falso e antisemita, oggi sono accusati di stragi e genocidio ed è falso e antisemita. Cambiano le parole ma la sostanza rimane.
NES Noi Ebrei Socialisti
Gherush92 Comitato per Diritti Umani
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Data: 2025-08-18
Autore: NES Noi Ebrei Socialisti
Bell articolo! Complimenti!
RispondiEliminaDolore e delusione per il veleno del cristianesimo che torna a galla in modo subdolo. Documento di vera denuncia che condanna con forza. Dovrebbe riceverlo anche il Sig. Prevost e prendere posizione pubblicamente.
RispondiEliminaSono d’accordo che fare certi discorsi a Marzabotto non sia stato opportuno, quanto alla strage degli innocenti, se è stata compiuta, fu ordinata da un non ebreo. Il punto politico tuttavia è un altro: se dopo circa due anni di guerra durissima, dopo aver raso al suolo praticamente tutta Gaza e aver ucciso almeno ventimila combattenti di Hamas, ancora ci sono ostaggi non liberati e Hamas non è stato costretto alla resa, evidentemente qualcosa non funziona. Quanti altri civili devono morire perché questa guerra termini? Quanti riservisti devono essere richiamati? Quante bombe devono essere sganciate? Quanti soldati israeliani devono essere uccisi? Quante coloni devono insediarsi a Gaza e in Cisgiordania? Questa guerra rischia veramente di diventare il suicidio di Israele democratica.
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