ANTISEMITISMO UNA ODIOSA STRUMENTALIZZAZIONE, UNA RISPOSTA
Qualcuno ci scrive: “può darsi che la sinistra italiana minimizzi il peso di quel che è avvenuto il 7 ottobre in Israele (anche se accostare questo ad "antisemitismo" è una odiosa strumentalizzazione) ma di contro constato che Israele, ma pure il NES, non dico minimizzano ma addirittura non dicono mai una parola di quel che sta avvenendo a Gaza e in Cisgiordania dall'indomani del 7 ottobre. C'è materia per la vergogna di tutti”.
A questo il NES risponde: è noto il motivo dell’alto numero dei morti di questa guerra, che pure ci angustia, tutti; sono morti sia perché sono stati in gran parte scudi umani di chi li domina da anni, sia perché questi ultimi non rilasciano gli Israeliani rapiti. Il 45% dei morti sono guerriglieri e non civili; si tratta peraltro di numeri forniti da Hamas che vengono accolti dall’opinione pubblica come dati certi ma che andrebbero almeno verificati. Sono noti i ripetuti e diversificati segnali di avvertimento dell’esercito israeliano che, prima di agire, esorta la popolazione a mettersi in salvo. È nota anche la difficoltà della guerriglia urbana, nei tunnel e nei cunicoli sotterranei e negli anfratti, nelle case, negli ospedali, nelle scuole, persino nelle sedi dell’UNRWA, che nascondono armi e munizioni: si contano molte perdite anche fra i nostri.
Sono note le a dir poco difficili condizioni di vita dei rifugiati palestinesi nei diversi paesi e territori arabi e le numerose interdizioni alle quali sono soggetti; è noto lo stato di sottomissione (che trova più o meno consenso fra la popolazione) ad Hamas, a Hezbollah, alla Repubblica Iraniana; è noto che lo scopo di queste entità è la distruzione di Israele come piano strategico e operativo.
Non è meno risaputo il rifiuto reiterato da parte dei leader palestinesi di fare uno stato autonomo, nonostante le diverse ripetute proposte da parte israeliana.
Il risultato è pesante? Si.
Non diciamo una parola, restiamo in silenzio? Questo non è vero, parliamo da anni.
Osserviamo con angoscia e preoccupazione la responsabilità che il governo israeliano si è assunto di rispondere ai continui attacchi da parte di Hamas, di Hezbollah e Huthi e, in ultimo dell’Iran. Questi continui attacchi causano morti, feriti e migliaia di sfollati.
Come NES proponiamo da tempo la Trattativa Permanente (per la Pace) per trasformare il conflitto armato in un confronto culturale; siamo favorevoli alla costituzione di una patria palestinese come atto preliminare dichiarato e dettagliato per la costituzione di uno stato, una patria che tuttavia non può determinarsi fino a quando suo obiettivo è la distruzione del vicino. Seguendo questo approccio culturale al negoziato, che persegua la reale autodeterminazione dei palestinesi e la loro emancipazione dall'idea di distruggerci, la loro salvezza è possibile.
Non è vero che non ci interessiamo dei palestinesi e di altri popoli vicini, i nostri destini, volenti o nolenti, sono legati; e l'intenzione di una convivenza pacifica con i popoli e i paesi vicini è scritta nero su bianco sulla Dichiarazione di Indipendenza del 1948, sottoscritta dai padri fondatori dello Stato di Israele ai quali noi ci ispiriamo.
Il cessate il fuoco è una nostra reale speranza, non un vuoto slogan moralistico. Chi può garantire la nostra incolumità? Non certo il moralismo buonista dei cattocomunisti filo papalini.
Imparate a leggere la questione ebraica, ad un tempo nel dettaglio e nell’insieme.
Nei secoli scorsi, e anche oggi, in nome dell’evangelizzazione o di altre missioni universali, interi continenti sono stati divisi a tavolino ed usurpati ai popoli che vi abitavano; Spagna, Portogallo, Francia, Inghilterra, Italia, Germania… si sono, via via, spartiti territori immensi. Nelle Americhe, in Africa e in Europa si conservano le tracce sanguinanti delle appropriazioni indebite: divise le terre sic et nunc (cfr. ad es. la Bolla Inter Caetera di Papa Alessandro VI), l’occidente cristiano ha sterminato popoli, praticato il razzismo, attuato la schiavitù perpetua e la tratta degli schiavi. Si contano milioni e milioni di morti.
Intanto in Europa gli ebrei erano espulsi o convertiti a forza. Intanto erano perseguitati anche in alcuni paesi islamici. Intanto, dove e quando hanno potuto, gli ebrei lottavano ovunque contro la sopraffazione, per l’emancipazione di sé stessi e degli altri. Fra i nostri amici fraterni si contano rappresentanti di quei popoli perseguitati e oppressi che oggi sanno riconoscere nella lotta ebraica la loro stessa lotta di liberazione ed emancipazione.
Tutto questo avveniva senza soluzione di continuità, dal cosiddetto deicidio fino alla Shoah, dalle cui ceneri sono nati i diritti umani che il mondo deve anche (e soprattutto) agli ebrei perseguitati/combattenti.
Ora, non una riflessione si sente pronunciare delle conseguenze devastanti di quelle azioni plurisecolari, invece si giudicano, con parossismo, le sorti di quel piccolissimo fazzoletto di terra nel quale gli ebrei sono ritornati e che oggi è sotto attacco. Apartheid, colonialismo, genocidio, sionismo uguale razzismo, nazismo addirittura, sono tutte menzogne, è una psicosi collettiva che si chiama antisemitismo.
Un tempo gli ebrei non potevano difendersi, oggi si. E sono onorevoli i nostri ragazzi che lo stanno facendo coraggiosamente, mettendo a repentaglio la propria vita, in quel piccolissimo Paese, unico al mondo, che è rinato entro i limiti dei suoi confini storici, anzi entro confini ancor più piccoli, senza colonizzare, schiavizzare, sterminare.
Siete sconvolti a Sinistra perché oggi ci difendiamo?
Reclamare il pacifismo, dall’esterno, senza un grammo di empatia, è una vigliaccheria. Lo fece anche Gandhi, che chiedeva agli ebrei, prossimi alla Shoah, di esercitare la resistenza passiva, lo chiese allora, ebbe il coraggio di chiederlo allora, quando gli ebrei erano inermi. Oggi la Sinistra ci chiede lo stesso, pontificando e giudicando da lontano, oppure, peggio, istiga all’odio con accuse calunniose, esponendo gli ebrei alla violenza e alle aggressioni.
Non sarebbe più onorevole sostenere apertamente Hamas oppure, finalmente, decidersi ad aiutare chi si difende, persino quando appare essere il più forte? Non sarebbe questo il miglior modo di aiutare anche i palestinesi a liberarsi dall’ossessione di distruggere Israele, stimolandoli finalmente ad autodeterminarsi e prendere la responsabilità della propria esistenza?
Se a Sinistra non capite queste cose, e continuate a chiedere solo a noi di cambiare strategia, è perché esiste una psicosi collettiva, una malattia che ha contagiato una parte del mondo. Ciò che chiamate in modo sarcastico “odiosa strumentalizzazione” è antisemitismo. A dire la verità, la gran parte del tutto si fonda sull’antisemitismo (cristiano, islamico, di destra e di sinistra); è tempo che questa materia entri finalmente come disciplina fondamentale nei programmi scolastici ufficiali, dalle scuole materne fino all’università, ammesso ci sia qualcuno in grado di insegnarla. Quando poi, superati gli esami, ci confronteremo alla pari, da compagni leali, allora saremo disponibili a parlare di eventuali errori politici o strategici (sempre possibili) di un governo democraticamente eletto.
Ma una cosa deve essere chiara, che se anche la Sinistra si dichiarasse francamente a noi avversa (e non è la prima volta), noi combatteremmo lo stesso per la nostra sopravvivenza, e per la sopravvivenza della Sinistra che si sta autodistruggendo.
NES Noi Ebrei Socialisti
Gherush92 Comitato per i Diritti Umani
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Per info scrivi a +39 371 349 8062 (WA) o gherush92@gmail.com
Data: 2024-10-10
Autore: NES Noi Ebrei Socialisti
Da uomo di sinistra dico che è giusto dare addosso a chi, mascherato da sinistrorso, uccide e perseguita una parte religiosa e un popolo innocente e disarmato! Veri nazifascisti! Fu uno sbaglio creare uno stato dal nulla, è stato un errore non far partecipare i locali palestinesi alla vita pubblica. Ma è un orrore scavare tunnel e tenerci armi e ostaggi! Chiedo scusa per la lungaggine, ma grido abbasso hamas, abbasso i movimenti nazralla e abbasso la popolazione palestinese che li sopporta e quindi supporta!
RispondiEliminaCredo sia arrivato il momento di chiederci onestamente, in che mondo vogliamo continuare a vivere. Israele sta combattendo la nostra battaglia.
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