UN COMMENTO SULLA PARASHA' DELLA SETTIMANA
Noi Ebrei Socialisti proponiamo ai nostri Lettori questa lezione prima del digiuno del 9 di Av, che ci ricorda, ancora una volta che l'osservanza della Legge è garanzia di costruzione e benessere, ma che quando ignoriamo le nostre responsabilità siamo a rischio, come ci ricorda anche il profeta Isaia.
Altre nazioni come Israele hanno ereditato una terra per risiedervi, sostituendosi ad altri popoli che vi abitavano. Pertanto "... se Israele è speciale, non lo è per aver conquistato la terra, o per averla ereditata o per aver preso il posto di altre nazioni, ma per i doveri che gli sono stati imposti in questa terra.”
Aggiungiamo, ciò che distingue un popolo da un altro sono le sue proprie leggi, che governano diversità culturale e ambientale. I popoli "tradizionali" e i loro territori sono l'espressione di quelle regole e, se se non vengono applicate, tutto degrada.
L’interessante commento di Yeshayahu Leibowitz alla parashà di Devarim, è tratto dal suo libro “Accepting the Yoke of Heaven: Commentary on the Weekly Torah Portion”, Urim Publications, 2022 (1° edizione 1990). Il libro è una raccolta di brevi saggi sulla lettura settimanale della Torah, basati sui discorsi radiofonici di 15 minuti che l'autore fu incaricato di tenere nel 1985/86 su Galei Zahal, la stazione radio dell'IDF in Israele.
Buona lettura!
NES Noi Ebrei Socialisti
Gherush92 Comitato per Diritti Umani
Yeshayahu Leibowitz
un commento sulla parashà Devarim
Lo Shabbat della parashà di Devarim, che cade prima del 9 di Av, è noto come Shabbat Chazon, perché la haftarà corrispondente inizia con la parola "chazon" ("la visione" di Isaia), uno dei più severi e duri ammonimenti mai rivolti a Israele in termini di quali siano i suoi obblighi e di come il mancato adempimento di tali obblighi avrebbe portato alla distruzione.
A prima vista, sembrerebbe che non ci sia alcun collegamento tra questa severa haftarà e la parashà stessa, che non ha nulla a che fare con la distruzione, ma, al contrario, riguarda la costruzione: il riepilogo che Mosè fa del cammino di Israele attraverso il deserto, verso la Terra. Egli enumera tutte le volte in cui la generazione del deserto ha vacillato; ma nonostante tutti questi fallimenti la nazione è ora arrivata alle soglie di Canaan, avendone attraversato il confine, e ha iniziato a occuparla. Il popolo ha già conquistato le terre di Sichon e Og facendole diventare territorio proprio. Ora è certo che erediterà tutta la terra e la acquisirà dai suoi precedenti abitanti, e la terra diventerà eredità di Israele.
Tutto ciò sembra essere indipendente dalla natura, dal comportamento e dalle azioni di Israele, a cui verrà concessa la terra, e che prenderà il posto dei suoi precedenti abitanti. Questo sembrerebbe essere qualcosa di speciale nella storia. E questo è detto molto chiaramente: "Potete vedere che Io ho messo il paese davanti a voi; entrate e prendete possesso del paese che l’Eterno ha promesso ai vostri padri, Abramo, Isacco e Giacobbe, di dare a loro e alla loro discendenza dopo di loro" (Devarim 1, 8); e, "Quanto ai vostri figli ... loro vi andranno; darò la terra a loro, ed essi la erediteranno" (1, 39); e, "Ho cominciato a dare Sichon e la sua terra nelle vostre mani: inizia a cacciarlo così da prendere possesso del suo paese " (2,31); e, "L’Eterno, nostro Signore, diede nelle nostre mani anche Og, re di Bashan, con tutta la sua gente ... e noi li sconfiggemmo senza lasciare alcun superstite" (3,3); e, "In questo periodo siamo venuti in possesso di questo territorio … " (3,12); “… L’Eterno, il vostro Signore, vi ha dato il possesso di questo paese…” (3,18).
Ma notate: fra tutti questi versi, che implicherebbero che Israele sia unico rispetto a ciò che l’Eterno gli ha destinato, ci sono anche riferimenti ad altre nazioni, tutti i popoli vicini e le loro terre, compresi alcuni che sono nemici storici di Israele. E questo è davvero sorprendente, perché sembrerebbe che questi riferimenti non abbiano alcun collegamento diretto con la conquista di Canaan da parte di Israele. Eppure ci viene detto degli Edomiti: "… state molto attenti a non provocarli, perché del loro paese non vi concederò neppure lo spazio di un’impronta del piede, per il fatto che il monte Seìr l’ho assegnato in eredità a Esaù" (Devarim 2,5). Lo stesso termine "in eredità" viene quindi usato in riferimento ad un'altra nazione, che è nientemeno che nemica di Israele. E pochi versi dopo leggiamo: "Non attaccare Moav e non provocare una guerra con loro, perché del suo paese non ti darò alcun possesso ereditario in quanto il possesso ereditario di Ar l’ho dato a Lot" (Devarim 2,9).
E proprio come per Israele e i Cananei, ci viene detto che la terra che oggi è Moav era un tempo abitata dagli Emiti, che i Moabiti distrussero. E il testo torna agli Edomiti: "In origine a Seir vi abitavano i Choriti, ma i figli di Esaù li cacciarono, li sterminarono di fronte a loro, e si insediarono al loro posto" (Devarim 2,12). E qui ci viene detto chiaramente: "così come fece Israele con il paese del suo possesso ereditario, che l’Eterno diede loro" (2,12).
In altre parole, la storia dei discendenti di Esaù non è diversa da quella degli ebrei. Gli ebrei non sono unici nella loro storia. E ancora, pochi versi dopo, Mosè fa nuovamente riferimento agli Ammoniti e ai Moabiti, che vivono nelle terre un tempo occupate dai Refaiti e dagli Zamzumiti, "… l’Eterno li sterminò davanti a loro; ed essi (gli Ammoniti) li scacciarono e si stabilirono al loro posto. Ciò era come quello che l’Eterno aveva fatto ai discendenti di Esaù, che risiedevano a Seir, quando sterminò i Choriti davanti a loro, permettendo che li cacciassero e abitassero al loro posto fino a oggi" (Devarim 2,21-22): linguaggio identico a quello usato a proposito di ciò che l’Eterno fece per Israele. Inoltre, nel verso seguente, si c'è una nota su una nazione che, a quanto pare, non ha alcun collegamento con la storia di Israele: "Gli Avviti che abitavano a Chazerim, vicino ad Azzah, i Caftoriti, venuti da Caftor, li sterminarono e risiedettero al loro posto" (Devarim 2, 23).
Qual è il significato di questi racconti sulla storia di altre nazioni, di coloro che hanno conquistato altre terre e di una nazione che ne ha soppiantata un'altra? Questo indica che l'unicità di Israele non consiste in eventi storici. Tutta la storia umana – la storia di Israele e la storia delle altre nazioni – o si crede che segua il suo corso oppure che esista una direzione Divina. E se Israele è speciale, non lo è per aver conquistato la terra, o per averla ereditata o per aver preso il posto di altre nazioni, ma per i doveri che gli sono stati imposti in questa terra: negli obblighi che gli sono stati dati e che non sono stati dati ad altre nazioni; anche per queste ultime l’Eterno ha soppiantato altre nazioni, affinché potessero ereditare le loro terre. C'è, quindi, un profondo significato nel fatto che questo brano venga letto di Shabbat Chazon, prima del 9 di Av.
(Yeshayahu Leibowitz)
Per leggere Il Manifesto (clicca qui)
Per info scrivi a +39 371 349 8062 (WA) o gherush92@gmail.com
Data: 2025-07-31
Autore: NES Noi Ebrei Socialisti
Commenti
Posta un commento