UNA VISIONE SOCIALISTA EBRAICA



 
FERMARE LE DISEGUAGLIANZE SOCIALI
Una visione Socialista Ebraica

La società di oggi, alleggerita nei modelli di scelta in termini cognitivi dalla presenza ormai consolidata dell’intelligenza artificiale, efficace strumento di un mercato capitalistico che intende fare dell’ispirazione al consumo la sola felicità raggiungibile, nonché evidente sistema di controllo, ha avviato progressivamente un processo di disgregazione sociale basato sull’instaurazione del potere delle diseguaglianze.

Se intorno al 2015 i modelli economici di Porter e Kramer di shared value sembravano disegnare sapientemente una risposta possibile per evitare che il capitalismo proliferasse sulle spalle delle masse, oggi invece sembra non esserci più una risposta politico economica al capitalismo, spudoratamente emerso nei suoi tratti peggiori.

Ma, andando a Martin Buber, celebre filosofo ebreo socialista, troviamo una sua definizione di ebraismo molto interessante basata su tre principali concetti: unità, azione, avvenire. Sembra uno slogan marxista, ma in verità si è di fronte a tre principi fondativi del complesso sistema ebraico.

II concetto di unità è una presenza costante nell'ebraismo, menzionata dalla Torah, dalla Kabbalah, in termini di unità con l’Altissimo, unità con il popolo e unità con la terra d’Israele, tutti elementi che racchiudono la relazione con gli altri, l’empatia verso gli altri e il saper “esserci per gli altri”. Lo stesso Trotskij, che fin dal suo esilio fu contrario al sionismo e cercò di negare la tradizione ebraica, di fronte al pregiudizio e alle discriminazioni faceva emergere la sua unità con l’identità ebraica.

L’azione richiama il pensiero di Hillel che sul senso fondante della Torah diceva, “Ama il prossimo come te stesso, il resto e solo commento: Va e studia”, segnando come alla base della società ebraica sin dalle origini, vi era il lavoro accompagnato dallo studio, identificando come per Marx, il lavoro come unità sociale di base. E di conseguenza la crisi odierna del lavoro, dell’occupazione, dei redditi, non è altro che la disgregazione sociale per antonomasia. Non a caso, secondo l’ebraismo, al concetto di lavoro viene associato quello di libertà, da qualsiasi potere e autorità, nei termini sapientemente espressi dal Maestro della Mishnah, Shammai, “Ama il lavoro, odia il potere…”

Avvenire è una parola che richiama la tensione tipica dell’ebreo verso il futuro, di conseguenza l’essere portatore di speranza, anche laddove le probabilità siano sfavorevoli. È sufficiente pensare alla visione messianica di redenzione, di ricerca di una dimensione umana dove l’essere umano stesso sia riuscito a perfezionarsi e realizzare il proprio scopo in terra. Avvenire porta con sé quindi anche il bisogno di correzione delle imperfezioni che affliggono la società, secondo i principi di Tikkun olam, del superare le diseguaglianze e le ingiustizie. Avvenire diventa oggi lotta contro le ingiustizie sociali, le esclusioni ai diritti di appartenenza ad una società, le discriminazioni, la negazione delle libertà individuali e comunitarie.

In questi tre concetti si struttura l’ebraismo nella sua coniugazione culturale, spirituale e politica, connesso con le vicende sociali e della vita pubblica, e pone le basi per una quarta via del pensiero progressista, per citare Giddens, che operi su un piano pratico operativo, strettamente materiale e anche spirituale, per migliorare la vita dell’uomo. Questa quarta via, che include i tre concetti precedenti, è il Socialismo Ebraico, uno stadio storico fondamentale sulla strada dello stesso socialismo. I kibbutzim, ad esempio, creati dai pionieri del sionismo, costituiscono il primo modello realizzato di socialismo moderno, il prototipo dell’applicazione piena e concreta del modello comunista, basato sulla gestione collettiva dei mezzi di produzione e consumo, secondo il principio: “ognuno secondo le proprie capacità, a ognuno secondo i propri bisogni”.

Tutto questo Noi Ebrei Socialisti rievochiamo oggi nel tentativo di ricostruire, nella tradizione del Socialismo Ebraico, nuove e salde relazioni sociali, fuori dall’antisemitismo, dal razzismo e da ogni forma di sterminio. Tutto questo noi rievochiamo, immaginando, ancora una volta, una società nella quale la capacità di lavorare, produrre e consumare siano strettamente legate ai bisogni della comunità, la cui efficienza sia vincolata alla qualità delle relazioni.

Il Socialismo Ebraico è una strada tracciata, che può liberarci nel presente dall’immanente potere di un capitalismo estremo che provoca disuguaglianze sociali, sfruttamento del lavoro, impatto ambientale negativo, moderne modalità di schiavitù.

NES Noi Ebrei Socialisti
FGS Federazione Giovani Socialisti






NES Noi Ebrei Socialisti


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Data: 2025-07-16
Autore: NES Noi Ebrei Socialisti

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